ROMA – L’incongruenza fra la predica del vescovo Nunzio Galantino e la realtà è colta in una vignetta da Vauro sul Fatto. Si vede un nano Berlusconi e un vescovo in divisa che lo redarguisce.
Titolo della vignetta: “Sesso con minori, i vescovi contro Berlusconi”.
Fumetto: “È roba da preti!”.
Con l’ultima uscita di mons, Nunzio Galantino i vescovi italiani hanno ignorato un fondamento dell’insegnamento di Gesù Cristo, “Chi è senza peccato scagli la prima pietra” e hanno passato il limite della ingerenza nelle cose italiane. Quanto fossero incaute le parole di mons. Nunzio Galantino e segretario della commissione episcopale italiana nonché reggitore, fino a pochi giorni fa, della diocesi di Cassano allo Jonio in Calabria lo conferma una notizia pubblicata sempre sul Fatto di sabato 14 marzo 2015;
“Abusi all’oratorio, confermati 14 anni per don Conti
Si chiude in Cassazione uno dei casi di pedofilia più gravi tra quelli che hanno coinvolto uomini della Chiesa italiana: confermata la condanna per l’ex parroco don Ruggero Conti. Almeno sette le vittime di abusi sessuali per fatti che cominciarono nel 1998 in una parrocchia della periferia romana, a Selva Candida, dalla quale Conti fu allontanato nel 2008.A dare notizia della condanna è stato il vicario generale della diocesi di Porto-Santa Rufina, monsignor Alberto Mazzola, rinnovando “la più sentita vicinanza a tutte le vittime”. Oltre alla giustizia italiana, c’è un processo canonico: “Conclusa la prima fase ora la Congregazione per la Dottrina della Fede stabilirà i passi successivi”, riferisce ancora la diocesi.
In ogni caso Ruggero Conti non poteva più svolgere il suo ministero pubblicamente dal 2008 ed era poi stato sospeso “a divinis” già dal 2011. Don Conti era stato denunciato da un altro sacerdote e condannato dal Tribunale di Roma nel marzo del 2011 a 15 anni e 4 mesi di reclusione, ridotti in appello a 14 anni e 2 mesi. Ieri la conferma in Cassazione”.
Alla ricerca di titoli suo giornali, Galantino se l’è presa di recente anche con Matteo Renzi, per i troppi annunci e le poche cose concrete realizzate, come se demolire, almeno in parte, l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori fosse cosa di tutti i giorni.
Prendersela con Berlusconi è un po’ come sparare sulla Croce rossa, anche se i danni recati all’Italia da Berlusconi non sono tanto frutto delle sue abitudini sessuali ma del suo imbroglio politico.
Ma il giudizio politico su Berlusconi tocca ai cittadini italiani, e anche ai preti come cittadini italiani, non come sacerdoti di una religione non più di Stato, che deve a sua volta fare i conti con la debolezza umana dei suoi ministri.
La critica a Nunzio Galantino viene da un giornale che certo filo Berlusconi non si può definire e la reazi0ne più forte è di uno dei più urticanti scorticatori di Berlusconi, Vauro,ì. Ma c’è un limite a tutto. Anche perché, dietro l’apparente allineamento a sinistra sul tema Berlusconi, c’è il veleno che vuole inquinare alcuni dogmi laici, su cui da 40 anni la sinistra italiana, specie la parte più avanzata e meno cervello all’ammasso, combatte: aborto, divorzio, eutanasia, testamento biologico…