Vincenzo Lepore, lettera di un carcerato morente. Che non ha il numero della Cancellieri

Vincenzo Lepore, lettera di un carcerato morente. Che non ha il numero della Cancellieri
Vincenzo Lepore, lettera di un carcerato morente. Che non ha il numero della Cancellieri

ROMA – “Non lasciatemi morire in carcere”: Vincenzo Lepore è un detenuto malato di cuore ospite di Regina Coeli a Roma.

È uno dei tanti che non hanno il numero di cellulare del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri.

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Non è parente dei Ligresti, non rientra nemmeno in quei tanti detenuti in favore dei quali la Cancellieri si è vantata di essere intervenuta.
Così ha deciso di scrivere a un giornale, il Messaggero di Roma:

«Sono detenuto presso il centro clinico di Regina Coeli. Ho avuto tre infarti, ho subito due interventi di angioplastica, ho un pacemaker e un defibrillatore nel torace, sono resistente ai farmaci salvavita, ex tossicodipendente e invalido al cento per cento. Non posso essere sottoposto a trapianto perché il rischio sarebbe altissimo. Sono un morto che cammina. Nonostante questo a soli due mesi dalla fine della pena mi è stata negata la possibilità di accedere a una Rsa, residenza sanitaria assistenziale, della Asl dove sono in lista di attesa. Il tribunale di sorveglianza ha deciso così anche se già da anni mi è stata riconosciuta l’incompatibilità con il regime detentivo».[…]

Un cumulo di condanne per «reati comuni», furti soprattutto. «Ho iniziato l’astensione alla terapia farmacologica salvavita. Non vorrei morire anzitempo ma solo richiamare l’attenzione che finora non c’è stata sul dramma di tanti detenuti malati. Sono pronto a pagare con la vita questa mia battaglia. Affido a lei questa storia affinché se dovesse avere un triste epilogo possa emergere la verità». Questa è la lettera-testamento di Vincenzo Lepore.

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