I giornalisti cui Vittorio Feltri attribuisce un voto da nove in su sono quasi tutti morti, i più appartenevano alla vecchia scuola e alla vecchia guardia, che dominato la scena del giornalismo italiano per oltre mezzo secolo. Ci sarebbe da discutere, perché in molti casi appartengono più alla iconografia del retrobottega giornalistico che non inseriti nell’albo d’oro di un giornalismo italiano il più del tempo relegato in serie B dalla situazione politica e dai conti economici fallimentari.
I protagonisti di oggi, gente tutta in età di pensione, non vanno oltre l’8, con l’eccezione di Bruno Vespa, cui va un bel 10 e Marco Travaglio, 9; al suo successore alla direzione del giornale dopo il caso Boffo asegna un umiliante quanto forse esagerato 7; i giovanissimi non sono nemmeno menzionati.
Al top Vittorio Feltri mette Oriana Fallaci, con 10 e lode, che era grande ai tempi della guerra in Vietnam fino a quando i suoi fan più accorti hanno preso le distanze fin da allora.
10 e lode anche a Nino Nutrizio, fondatore della Notte, giornale della Sera di Milano, fascista non pentito e grandissimo giornalista.
Poi c’è Indro Montanelli, con un bel 10, indiscusso ma forse discutibile, anche se nel mondo degli occhi il monocolo è re. Comunque Montanelli fu uno dei pochi giornalisti che si potevano pesare in copie. Quando lasciò il Corriere della Sera, prima di lanciare il Giornale, scrisse una serie di articoli sulla edizione domenicale della Stampa di Torino, allora diretta da Arrigo Levi: portò in dote, misurate dall’ufficio diffusione, 29 mila copie, tutte per lui.
10 va anche a Walter Tobagi: giusto ricordarne il martirio, ma è un voto che rende un po’ meno credibili gli altri giudizi. Enzo Tortora, morto anche lui, che come giornalista ha fatto un po’ più e meglio di Tobagi, ha preso 9.
Lascia perplesso il lettore informato l’8 attribuito a Eugenio Scalfari, che deve essere invece considerato come uno dei più grandi giornalisti degli ultimi 100 anni nel mondo. E ancor più influenzato da altri motivi diversi dal giudizio professionale è il 6 – assegnato a Piero Ottone, anche lui uno dei più bravi del post ’68.
Ma i giudizi di Vittorio Feltri non sono ponderati con l metodo Hay, sono di pancia, di istinto, di simpatia, sono anche regolamenti di conti, come spesso succede con grandi giornalisti come è Vittorio Feltri. Resta il fatto che se a Montanelli e Bruno Vespa è stato dato 10, alla Fallaci 10,5, a Scalfari doveva andare un 100 con lode.
I giudizi sono di Vittorio Feltri che, aiutato da Stefano Lorenzetto, ha pubblicato un libro dall’editore Marsilio intitolato: “Buoni e cattivi, le pagelle con il voto ai personaggi conosciuti in 50 anni di giornalismo”.
Nella lista di Feltri non ci sono solo giornalisti, ma personaggi del grande mondo, politici, industriali, Papi inclusi. Degli Agnelli, Vittorio Feltri riconosce i meriti di Umberto Agnelli, cui dà un 8, mentre molto ingiusto e crudele è il voto dato a Gianni Agnelli. un 3 che straccia il merito dell’Avvocato di avere tenuto la Fiat fuori dagli scogli nel mare tempestoso degli anni ’70, uno dei periodi più folli della storia d’Italia, fra terrorismo e demenza politica. Il 3 a Gianni Agnelli, come Laura Boldrini, che lo merita ampiamente, appare invece ancor più ingiustificato al confronto con il 9 dato a Berlusconi, l’8 a Angelo Rizzoli e anche il 7,5 dato a Luca Montezemolo e il 7 di Carlo De Benedetti. Cesare Romiti non è nominato. A Sergio Marchionne 9.
A Francesco Cossiga va un 10, a Bettino Craxi 7,5, a Mario Draghi 9, a Matteo Renzi 5: ci sono un po’ tutti fra quelli che la pubblicità definisce “i protagonisti dell’ultimo mezzo secolo, ma quelli sono territori dove l’opinione di Vittorio Feltri stuzzica meno dei giudizi sui giornalisti. Non a caso la pubblicità definisce Vittorio Feltri “un maestro di giornalismo”.
Riporta alcuni voti Cesare Lanza, un po’ piccato per non essere stato incluso nella graduatoria, essendosi limitato l’autore a poche righe di citazione. Cesare Lanza li pubblica nel suo blog, premettendo un asterisco ai nomi sul giudizio sui quali concorda con Vittorio Feltri.
*Afeltra: 9.
*Agnes: 8.
Annunziata: 4.
*Anselmi: 8.
Aspesi: 5,5.
*Battista: 6,5.
*Belpietro: 7.
Biagi: 9 +.
Bignardi: 6.
Biscardi: 6.
Bisignani: 7.
Bocca: 9.
*Boffo: 7.
*Brera: 9.
Buscaroli: 8.
Calabresi: 6,5.
Cavallari: 5.
Camilla Cederna: 2.
Cervi: 9.
*Colombo: 6,5.
*Costanzo: 8.
Curzi: 6,5.
*D’Agostino: 7.
De Bortoli: 7.
*Dell’Arti: 8.
*Di Bella: 9.
Fallaci: 10 e lode.
*Farina: 7.
Fattori: 9.
Fede: 6,5.
Mattia Feltri: s.v. (ndr, darei per parte mia un bel 7 abbondante).
Ferrara: 8.
Fiengo: 5.
Massimo Fini: 7.
Mentre Cesare Lanza promette nuovi nomi per una prossima uscita del suo blog (i giornalisti con cognome dalla G alla Z), altri voti si possono recuperare on line da siti dove qualcuno ha avuto modo di leggere il libro di Vittorio Feltri o anche direttamente comprando il libro.
Il volume va a ruba e, afferma una pagina di pubblicità sul Giornale, ne sono state già messe in libreria “due edizioni in quattro giorni”.
Milena Gabanelli: 3.
Pierluigi Battista: 6;
Franco Di Bella 9;
Lilli Gruber: 7.
Ezio Mauro: 7
Montanelli: 10.
Michele Santoro: 6.
Alessandro Sallusti: 7.
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