Nicola Zingaretti corre in aiuto di Ignazio Marino, con qualcosa fra i 100 e i 140 milioni di euro. Sono denari provenienti dall’intero extragettito sia Irpef che Irap derivante dal piano di rientro sanitario. Saranno «girati» al Comune di Roma, alle prese con un bilancio pieno di buchi e impegnato in una corsa contro il tempo per approvare il Bilancio 2013 entro il 30 novembre. Magari ci sarà anche una legge che lo permette, ma resta una brutta cosa lo stesso.
L’operazione non è chiara. Non si capisce se Zingaretti girerà a Marino parte delle tasse che pagheranno i residenti del Lazio per coprire i buchi della Sanità o se quei soldi verranno da un prestito che il Tesoro dovrebbe fare a quel titolo alla Regione Lazio.
Se sono i soldi delle tasse, viene in mente di citare la definizione data alla legge elettorale da Roberto Calderoli. Perché un abitante di Latina o di Velletri o di Viterbo pagare Irpef e Irap in più perché gli dicono che devono coprire i buchi della Sanità della Regione di cui lui beneficia e poi scoprire che quei soldi sono stati girati a un’altra città? Che lo Stato centrale acconsenta non diminuisce lo scandalo. Se quei soldi non servono, vanno restituiti o meglio non vanno chiesti ai cittadini.
Si potrebbe chiamare soccorso rosso ma con i soldi nostri. Un bell’esempio di arroganza: sarà certo tutto a posto dal punto di vista formale, ma dal punto di vista politico è un po’ grave. A quanto riferisce Ernesto Menicucci, sul Corriere della Sera,
“al Ministero, comunque, le indiscrezioni sulla somma complessiva non le hanno prese bene. Ed hanno invitato la Regione a non sbilanciarsi sui numeri”.
Ernesto Menicucci parla di
“un rush finale con due direzioni: far approvare dal governo, il prima possibile, il decreto con le norme «salva-Roma» (600 milioni di debiti che verranno sversati sulla gestione commissariale ante-2008); e ottenere i soldi dalla Regione (ieri il vertice tra sindaco e governatore) che devono andare sul trasporto pubblico locale”.
“Mentre la Regione, in attesa di sapere dal «tavolo Massicci» (dal nome del dirigente del Tesoro che segue il piano di rientro sanitario) quale sarà la cifra esatta, firmerà un documento di «impegno» nei confronti del Comune. Alla fine, da via Cristoforo Colombo, dovrebbero arrivare tra i 100 e i 140 milioni di euro. Esiste il rischio di ricorsi da parte di qualsiasi impresa che ha versato l’Irap? «C’è una legge nazionale fatta apposta, non ci sono problemi», spiegano dalla Regione”.
Il Comune, rivela Menicucci, metterà nel bilancio previsionale
“la cifra «indicativa» indicata dalla Regione nella lettera, che arriverà ad inizio settimana: in caso di valori diversi da quelli poi effettivamente erogati, c’è sempre la possibilità di un assestamento entro la fine dell’anno. La partita sul 2013, comunque, non è ancora chiusa: all’appello mancherebbero ancora circa 120-140 milioni di euro, che Marino vorrebbe reperire senza alzare le tasse ma agendo sui tagli.
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