Antonio Reppucci, il prefetto rimosso: “Suicìdati è solo intercalare napoletano”

reppucciNAPOLI – Chissà se in dialetto napoletano “suicidarsi” significa davvero “avere fallito”. Perché il prefetto di Perugia, ora rimosso, Antonio Reppucci si appella a un gigantesco fraintendimento delle sue parole. Eppure il suo discorso è stato ripreso dalle telecamere e dai giornalisti.

Perché Reppucci, il suo discorso inframmezzato da espressioni napoletane e da vere e proprie parolacce, non lo stava facendo in privato, a un amico. La frase che gli è costata la rimozione è stata “Se una madre non si accorge che il figlio si droga, ha fallito. Deve solo suicidarsi”.

Questo discorso Reppucci lo stava facendo in una sede istituzionale, davanti ai giornalisti convocati per una conferenza stampa sul pericolo droga a Perugia, e nella sua veste di prefetto di Perugia.

Dopo 24 ore di silenzio, dice al giornalista del Corriere della Sera che è stato frainteso. E che al massimo ha avuto una caduta di stile:

 «Quella era solo una frase pronunciata con il caratteristico intercalare napoletano: suicidati nel senso che hai fallito, che non sei riuscito in qualcosa. Non che ti devi ammazzare davvero. Sono profondamente cattolico, il Padreterno sa cosa volevo dire, sa che ho la coscienza pulita».

Visto quello che è successo, ha qualcosa da rimproverarsi?

«Il pensiero che ho lanciato era chiaro: fare squadra, stare con le madri. Da soli si perde, insieme si può vincere. Ho solo difeso Perugia dall’immagine negativa che ha. Visto quello che è successo, verrebbe da chiedermi perché non mi sono fatto i fatti miei. Può darsi che abbia avuto una caduta di stile, non lo so».

Renzi e Alfano non pensano la stessa cosa.

«Per carità capisco Renzi, ha assolutamente ragione, non posso certo ribattere al presidente del Consiglio. Con il ministro non ho ancora parlato. Ho spento tutto, volevo stare da solo a riflettere, mi sono chiuso in me stesso. Non ho nemmeno letto i giornali, alla processione per il Corpus Domini non mi è sembrato opportuno andarci. Ho risposto a voi solo perché ho visto il prefisso 06 e ho uno zio a Roma, pensavo fosse lui…».

 

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