Ballarò, Matteo Renzi: “Padoan? Non è signor no, decidiamo insieme” (video)

Ballarò, Matteo Renzi: "Padoan? Non è signor no, decidiamo insieme" (video)
Ballarò, Matteo Renzi: “Padoan? Non è signor no, decidiamo insieme”

ROMA – “Padoan è uno con cui decidiamo insieme, ed è importantissimo, condividiamo idea di fondo che bisogna mettere in circolo soldi”. Matteo Renzi, neo premier e ospite a Ballarò, lo h dichiarato ai microfoni del conduttore Giovanni Floris. E proprio rispondendo alle domande Renzi smentisce l’ipotesi di accordo tra lui e Silvio Berlusconi: “Io fan di Berlusconi? Le sembro il tipo? È uno di quelli che mi hanno votato la sfiducia”.

Parlando del Movimento 5 stelle e delle reazione dei parlamentari, dai pizzini con Luigi di Maio allo schiocco di dita stile famiglia Addams, Renzi ha detto:

Oggi forse con ingenuità ho scritto a Di Maio, perché pensavo volessero parlare. Invece hanno cominciato a schioccare le dita come la famiglia Addams. Confesso che sono un po’ colpito. Spero che tornino a parlare di cose concrete”.

Sulla tassazione dei Bot Renzi rassicura:

“Sì, c’è spazio per aumentare la tassazione delle rendite finanziarie, non dico sui Bot ma sulle rendite pure, questo per abbassare il costo del lavoro. Abbiamo una tassazione sulle rendite finanziarie tra le più basse in Europa. Ma io dico di attendere la riforma complessiva del sistema del fiscale. C’è la delega ancora aperta”.

Ma il lavoro per il taglio del cuneo fiscale andrà operato insieme al ministro dell’Economia Padoan, spiega Renzi:

“Padoan è uno con cui decidiamo insieme, ed è importantissimo, condividiamo l’idea di fondo che bisogna mettere in circolo soldi. Entro un mese daremo il percorso preciso su quanto e dove prenderemo i soldi per la riduzione di due cifre percentuali del cuneo fiscale. Sul cuneo fiscale, ci sono scuole pensiero diverse e Padoan si è preso tempo per verificarle. Alcuni professori della Bocconi insistono su 20-23 miliardi, altri hanno una idea diversa. Un modo è abbassare l’Irap, un altro è abbassare l’Irpef, il terzo sul quale stiamo ragionando è quello degli oneri sociali”.

Nessuna mediazione e zero spazio per gli errori, spiega Renzi a Floris:

“Non c’è da mediare ma da tirare, da trainare. L’obiettivo finale è la riforma del lavoro, semplificare il fisco, modificare la Pubblica Amministrazione, cambiare la giustizia, per fare questo sono tutti d’accordo da trent’anni ma poi non lo fanno. Io vado avanti, al massimo mi mandano a casa. Se la politica sbaglia va in malora il Paese”.

E sull’evidente gelo tra Enrico Letta, premier costretto alle dimissioni, e il neo incaricato, lo stesso Renzi commenta:

“Sono molto triste per come è stata riportata la vicenda del cambio della guardia a Palazzo Chigi: io so com’è andata e non solo io. Ma il tempo è galantuomo. Ho pensato che è comprensibile, dal punto di vista umano, il dispiacere quando si lascia un luogo in cui si è lavorato, ma ora risolvo le questioni degli italiani”.

Ma se Renzi è dispiaciuto per la reazione di Letta, il cambio era inevitabile:

Mi piacerebbe discuterne. Avrei preferito un’altra soluzione ma quest’accelerazione mi è stata chiesta. Prima di tutto dal Pd, e poi dagli altri alleati. È vero o no che il governo era fermo e impantanato? L’urgenza del cambio della guardia al governo è dettata dall’angoscia delle persone che vogliono che le cose cambino. E io avverto quest’ansia”.

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