Barcellona Pozzo di Gotto, esplosione nella fabbrica di fuochi d’artificio VIDEO: chi sono le 5 vittime

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I pompieri al lavoro dopo l’esplosione

MESSINA – Venera Mazzeo di 71 anni, Mohamed Taeher Mannai di 39 anni, Fortunato Porcino di 36 anni, Giovanni Testaverde di 34 anni e il più giovane di tutti Vito Mazzeo di 23 anni, sono le cinque vittime della terribile esplosione avvenuta nel pomeriggio del 20 novembre in una fabbrica di fuochi d’artificio a Barcellona pozzo di Gotto in provincia di Messina. 

La prima a essere identificata dai Vigili del fuoco è stata la più anziana Venera Mazzeo, moglie del titolare della fabbrica. Dopo la donna, i pompieri hanno estratto uno alla volta anche gli altri. Tra loro Mohamed Taeher Mannai, 39enne di origine tunisine che da più di un decennio viveva e lavorava in Italia. 

Giovanni Testaverde, 34enne di Merì sempre in provincia di Messina, è la terza vittima di questa tragedia: lascia una moglie e anche due figli piccoli. Il trentaquattrenne è stato l’ultimo ad essere estratto dalle macerie: dato che è stato a lungo considerato un disperso, i familiari hanno sperato fino all’ultimo che potesse essersi salvato. Fortunato Porcino era invece originario di Barcellona-Pozzo Di Gotto: pochi mesi fa si era sposato. Il 23enne Vito Mazzeo, anche lui barcellonese, non era invece sposato. 

“L’ipotesi più plausibile, ma siamo ancora in una fase di inizio attività, è che le scintille del flex, del saldatore con il quale stavano lavorando gli operai della ditta per creare barriere metalliche, abbiano provocato delle scintille andate a finire non nell’esplosivo, perché ciò non avrebbe creato problemi di questo tipo, bensì nel colorante che ha preso fuoco e ha fatto da miccia per l’esplosione devastante. Questa è l’ipotesi attuale di lavoro”. A dirlo è il procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto, Emanuele Crescenti, sulla tragedia che ha causato le cinque vittime.

Il procuratore ha precisato: “Procediamo per omicidio colposo plurimo, incendio colposo, per disastro. E’ un’indagine lunga che ci porterà a verificare la sicurezza dei luoghi di lavoro”.  I lavori di messa in sicurezza della fabbrica ed eseguiti da una ditta esterna, erano stati disposti, ha spiegato il magistrato, “dal comitato della prefettura e della questura che periodicamente verifica questi accertamenti: tutte le ditte e in particolare queste sottoposte a rischio vi sono sottoposte, e fra le prescrizioni c’era anche quella di effettuare questi lavori”. Poi ha sottolineato: “Questa è una morte per lavoro – prosegue – nel 2020 si muore per poter lavorare, è la cosa più triste”.

I primi soccorritori hanno trovato una devastazione: “Uno dei casotti che era in cemento armato è inesistente e l’onda d’urto venuta fuori da questo casotto ha provocato un’altra esplosione; un altro casotto è stato distrutto, mentre altri due sono stati fortemente intaccati. La signora Costa la prima vittima era in un altro dei casotto, è stata colpita dall’onda d’urto, il figlio non era stato colpito dall’evento, ma ha tentato di salvare la madre e si è procurato delle ferite molto rilevanti ed è a Palermo in gravi condizioni. 

Fonte: Agi, Fanpage, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev. A seguire il video con i Vigili del Fuoco intervenuti sul posto dopo l’esplosione. 

 

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