Conte e il concorso alla Sapienza: era solo un rinvio, ma poi rinuncia "per sensibilità personale" Conte e il concorso alla Sapienza: era solo un rinvio, ma poi rinuncia "per sensibilità personale"

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Conte e il concorso alla Sapienza: era solo un rinvio, ma poi rinuncia "per sensibilità personale"
Conte e il concorso alla Sapienza: era solo un rinvio, ma poi rinuncia “per sensibilità personale”

ROMA – Non era vero che il premier Giuseppe Conte aveva rinunciato al concorso per la cattedra di Diritto Privato che fu del suo mentore, Guido Alpa, alla Sapienza di Roma. Semplicemente aveva chiesto di spostare la prova orale di inglese che avrebbe dovuto sostenere proprio oggi, lunedì 10 settembre. Ma alla fine, per evitare ulteriori discussioni, ha annunciato in diretta Facebook: “Rinuncio, per sensibilità personale”, aggiunge. E spiega che avrebbe voluto partecipare al concorso per dimostrare di non voler ricavare alcun vantaggio dall’incarico di premier.

“Nessun conflitto di interessi”, precisa Conte su Facebook. “Rinuncio alla cattedra esclusivamente per una sensibilità personale. Fatevene una ragione, il governo durerà cinque anni. Non ho mai pensato di ricavare un vantaggio a vita da questo incarico”, ha aggiunto.

Fonti di Palazzo Chigi inoltre escludono che Luigi Di Maio o Matteo Salvini abbiano chiamato il premier Giuseppe Conte prima della sua decisione di rinunciare al concorso per la cattedra. Non c’è stata assolutamente alcuna telefonata – proseguono le stesse fonti – e nessuno s’è permesso di chiedere nulla. E’ stata una valutazione che ha fatto personalmente il Presidente del Consiglio. E anzi – concludono le stesse fonti – avrebbe potuto tranquillamente non rinunciare ma l’ha fatto per ragioni personali.

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