Coronavirus, Gino Strada: Sanità privata non ha senso Coronavirus, Gino Strada: Sanità privata non ha senso

Coronavirus, Gino Strada: “Sanità privata non ha senso, fuori luogo polemiche contro Ong”

ROMA – Gino Strada a Che tempo che fa commenta l’emergenza coronavirus in Italia e critica apertamente la sanità nelle Regioni che hanno disinvestito nelle strutture pubbliche, ora in sofferenza, per investire nel privato. “La sanità privata non ha senso”, ribadisce Strada, che definisce anche fuori luogo le polemiche contro le Ong.

Parlando con Fabio Fazio, il fondatore e direttore esecutivo di Emergency ha spiegato: “In questo momento c’è chi fa e c’è chi parla. Chi fa cerca di aiutare, chi parla spesso parla a sproposito; specie se è un giornalista, se vuole sapere cosa fa Emergency o chiunque altro, basta una telefonata o andare su internet. Mi sembra una polemica e una campagna di odio contro le ONG assolutamente fuori luogo”.

Strada a Che tempo che fa su Rai2 ha ricordato anche l’attuale attività di Emergency nell’affrontare il coronavirus: “Siamo impegnati a Bergamo con l’Associazione Nazionale Alpini e con la Protezione Civile, abbiamo progettato un nuovo ospedale per il Covid che dovrebbe aprire i battenti sabato prossimo, di 140 letti, poi gestiti da Emergency, sia terapia intensiva che subintensiva”.

Per Strada c’è una lezione molto importante a imparare da questa situazione: “Capire che la sanità, la medicina e il curare persone come dovere preciso delle Stato può essere solo una sanità pubblica e gratuita. Non a caso nelle regioni in cui si è investito nella sanità privata e disinvestito in quella pubblica ci troviamo di fronte alle mortalità più alte”.

Poi si scaglia contro la sanità privata che “non ha un senso, non si può fare profitto sulle sofferenze degli altri; sarebbe come se legittimissimo di andare in giro, porta a porta, a vendere mascherine a 200 euro per farci profitto: non si può, è immorale. Occorre recuperare un’etica sociale, sia con i comportamenti individuali che con i comportamenti delle istituzioni e anche del privato. Noi stiamo assistendo a una straordinaria gara di solidarietà. Però poi bisogna farne tesoro, non si può ricominciare come prima”.

Come ne usciremo? Per il fondatore di Emergency è difficile prevederlo: “Di questi tempi si sente troppa gente parlare senza avere alcuna cognizione di causa o dire una cosa oggi e l’opposto domani. A queste cose ci siamo abituati in politica da troppo tempo ma questa è una cosa seria. Qui si sta parlando di migliaia e migliaia di morti e io credo che il primo dovere della politica sia stare zitti se non si sa cosa dire, invece di cercare il presenzialismo a tutti i costi. Poi bisognerà fare una riflessione sulla sanità. La sanità come la scuola e come il lavoro sono i pilastri di una società, dare queste cose in mano ai privati credo sia un gesto suicida”.

Infine, una riflessione sul parallelismo con la guerra e un pensiero per l’Africa: “La guerra è un’altra cosa. Nella guerra non ci sono solo i morti per i bombardamenti, c’è la fame, c’è la mancanza d’acqua, c’è la mancanza di un tetto, c’è l’incertezza totale rispetto all’ora successiva. Fortunatamente la maggior parte di noi quest’incertezza non ce l’hanno, il rischio ce l’abbiamo tutti ma insomma per molti direi che è un rischio estremamente basso”.

Strada ha poi concluso: “Viviamo in un mondo carico di dolore. Quasi 1 miliardo di esseri umani soffre la fame, centinaia di milioni di persone sono esposte alla guerra e alle sue conseguenze, poi ci sono le malattie. Il mio pensiero in questo momento va all’Africa, dove stanno cominciando i primi casi e sono in aumento, l’OMS è già in allarme. Se dovesse scatenarsi l’epidemia là, dove le strutture sanitarie sono carenti, sarebbe probabilmente un disastro”.

(Fonte RaiPlay/Che tempo che fa)

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