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Coronavirus, vescovo Vicenza invita i parroci a donare il loro stipendio per l’emergenza VIDEO

ROMA – Il vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol, ha chiesto ai parroci di donare una mensilità del loro stipendio alle persone in difficoltà a causa del coronavirus. 

Si tratta di circa mille euro che i parroci ricevono ogni mese dalle donazioni dell’otto per mille. 

A dare la notizia è Reteveneta. Il video è stato ripreso dall’Agenzia Vista di Alexander Jakhnagiev.

Crema, prete “social” resta in contatto con i suoi parrochiani grazie alla tecnologia. 

Intanto, dopo il divieto delle messe deciso dal Governo per contenere l’epidemia di coronavirus, diversi sacerdoti si sono riorganizzati usando i social.

E’ il caso di don Lorenzo Roncali, 48 anni, da 5 a Crema (provincia di Cremona) nelle parrocchie di San Bernardino e Vergonzana, dove ha celebrato il 23 febbraio l’ultima messa con i fedeli.

In città lo chiamano il prete social, o il prete rock, e in effetti in queste settimane di isolamento forzato per il coronavirus colma la distanza con i parrocchiani attraverso videochiamate, Whatsapp, celebrazioni in streaming su YouTube (oltre mille visualizzazioni a Pasqua) e benedizioni in auto.

“Un po’ mi sento defraudato dalla mia gente per non poterla incontrare dal vivo, ma dobbiamo rispettare le leggi e creare qualcosa di nuovo”.

“Secondo me si sta riscoprendo di più la dimensione di una chiesa più domestica, famigliare, che non è del tutto sbagliata. Certo, non può essere l’unica dimensione”, racconta all’Ansa don Lorenzo.

Nei giorni scorsi li ha incontrati per strada, a distanza, con indosso mascherina e guanti, seduto sulla capote di un maggiolino rosso, aspergendo acqua santa davanti alle case.

“Che bello fare il prete così. La gente ha risposto in maniera totale, affacciata ai balconi, alle porte, appoggiata ai cancelli, con tanti sorrisi nonostante le fatiche e le sofferenze di questi giorni”, dice riferendosi allo tsunami che gli ha portato via “parecchi parrocchiani”, spingendo il Governo a quelle restrizioni per le messe a porte chiuse che la Cei ora vorrebbe fossero annullate.

Il parroco, che è anche insegnante di religione in un liceo artistico, è tenere i contatti con i giovani.

Usando i social faccio almeno 10-12 videochiamate al giorno con vari gruppi, ho scaricato diverse applicazioni – racconta -“.

“Con gli adulti ho creato gruppi di Whatsapp dove ogni due giorni mando gli avvisi della parrocchia, le preghiere. Ci siamo un po’ ingegnati. Ho la fortuna di avere collaboratori appassionati di tecnologia che accorcia distanze” (fonte: Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev).

 

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