SIMFEROPOLI – L’Ucraina è sempre più russa. E gli Usa tuonano contro la Russia, bloccando di fatto i rapporti militari e commerciali. “Mosca è dalla parte sbagliata della storia”, dice il presidente Usa Barack Obama di fronte all’occupazione pressoché totale della Crimea e all’estendersi della crisi alla regione orientale dell’Ucraina. Qualche ora dopo l’amministrazione di Washington annuncia le prime misure volte a “isolare” la Russia: blocco dei rapporti militari e delle trattative bilaterali su scambi commerciali e investimenti. E il segretario di Stato Usa John Kerry è partito per Kiev.
Più o meno in contemporanea il segretario al Commercio Usa, Michael Froman, comunica che gli Stati Uniti sospenderanno le trattative in corso con la Russia per aumentare gli scambi commerciali e gli investimenti. Questo mentre il vicepresidente americano, Joe Biden, ha un colloquio telefonico con il premier dell’Ucraina Arseni Iatseniuk, con cui discute gli sforzi diplomatici in corso a sostegno della stabilità, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.
E così, almeno per ora, Vladimir Putin ha ordinato il rientro nelle rispettive basi permanenti alle forze russe impegnate nelle esercitazioni militari a sorpresa, iniziate il 26 febbraio scorso nelle regioni occidentali e centrali della Federazione russa: lo ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo cui le relative disposizioni sono state impartite dal presidente, in quanto supremo comandante in capo, dopo essere stato informato dell’esito positivo delle manovre.
Smentito l’ultimatum lanciato da Mosca alle forze ucraine in Crimea, la penisola sul Mar Nero è comunque ormai quasi completamente occupata. E non si tratta di occupazione violenta: i militari russi sono supportati dalla popolazione filorussa e russofona. Il 30 marzo arriverà il referendum, con esito scontato. Intanto la flotta russa che presidia il porto di Sebastopoli lancia comunque l’ultimatum.
Da Kiev il governo di Arseni Iatseniuk denuncia violazioni dello spazio aereo e l’arrivo massiccio di truppe russe intorno alle sedi militari, come il porto di Kerch, da dove partono i traghetti per la Russia, e l’amministrazione regionale di Donetsk, nella parte orientale dell’Ucraina, dove la maggioranza della popolazione è russofona.
Ormai l’Ucraina è sempre più russa: non solo la Crimea, ma anche la parte orientale del Paese, per lingua e religione da sempre più vicina a Mosca, sta accogliendo di buon grado l’armata russa. Stesso copione anche ad Odessa dove sul palazzo del Consiglio regionale sventola la bandiera russa. Circa 700 manifestanti filorussi hanno fatto irruzione nell’edificio mentre era in corso una riunione di emergenza sulla situazione in Ucraina.
Il premier ucraino, Arseni Iatseniuk, fa la voce grossa e avverte che “alle truppe russe non sarà permesso di fare irruzione nelle regioni orientali” dell’Ucraina, dove i filorussi continuano a manifestare contro il governo di Kiev e hanno occupato alcuni palazzi del potere locale. Ma aveva fatto lo stesso con la Crimea, dove adesso sono centinaia i militari russi sbarcati da elicotteri, aerei e navi della flotta del Baltico.
Così come nella penisola del Mar Nero, anche nella regione di Donetsk alcune centinaia di filorussi hanno fatto irruzione nella sede dell’amministrazione regionale, occupando alcuni degli 11 piani dell’edificio, sul quale già da sabato sventola il tricolore russo.
Il blitz è scattato mentre alcune migliaia di filorussi stavano manifestando davanti alla sede della Regione di Donetsk per contestare il nuovo governatore Serghii Taruta, un influente oligarca nominato dal presidente ucraino ad interim, Oleksandr Turcinov.
Dopo l’irruzione, il loro “comandante” Pavel Gubarev ha annunciato di aver “preso il potere”. Il parlamento regionale di Donetsk ha anche annunciato di voler convocare un referendum sullo status della regione, come ha fatto la repubblica autonoma di Crimea.
Nel frattempo la diplomazia lavora per evitare lo scontro. Ma il gelo è palpabile. La cancelliera tedesca Angela Merkel in una telefonata al presidente americano Barack Obama avrebbe detto che il presidente russo Vladimir Putin è “fuori dalla realtà”. Per Obama “la Russia è dalla parte sbagliata della storia in Ucraina” e Washington sta preparando sanzioni economiche per isolare la Russia.
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