ROMA – Crolla una chiesa in costruzione in Nigeria provocando la morte di almeno 160 fedeli. Accade a Uyo, isolata località nel sud della Nigeria. A crollare è stata una grande chiesa degli cristiani evangelici: la consacrazione a vescovo del suo fondatore, Akan Weeks, era stata fissata da tempo. Malgrado la chiesa non fosse ancora finita, le autorità hanno deciso di non rinviare le celebrazioni. E così, all’interno dell’enorme struttura c’erano centinaia di fedeli quando i piloni di sostegno hanno ceduto e il tetto, di un azzurro sfolgorante, si è accartocciato abbattendosi al suolo.
Nella Reigners Bible Church decine di persone sono rimaste schiacciate, intrappolate sotto tonnellate di cemento e metallo. Con almeno 160 cadaveri recuperati e un numero imprecisato di feriti, a quasi 24 ore di distanza dal disastro i soccorritori continuano a lavorare tra le macerie per cogliere un lamento, un pianto, un rumore che indichi la presenza di qualcuno ancora vivo. Tra chi scava ci sono anche gli operai che fino a poco prima che la cerimonia religiosa cominciasse avevano lavorato per completare la costruzione della chiesa. E poi poliziotti, soldati, pompieri, medici.
“Vogliamo anche impedire che qualche criminale approfitti della situazione per derubare i morti”, dice un portavoce della polizia locale. E si volta verso le pile di cadaveri accatastati un po’ più in là, uomini, donne, bambini con i loro vestiti colorati, appositamente indossati per la grande festa.
Il sud della Nigeria è a stragrande maggioranza di religione cristiana e l’appuntamento con il nuovo vescovo – rimasto illeso insieme al governatore Emmanuel Udom – da giorni aveva attirato a Uyo centinaia di persone. Ora in tutto lo stato di Akwa Ibom sono stati proclamati due giorni di lutto nazionale e domani pomeriggio si terrà una cerimonia per rendere omaggio alle vittime e pregare per i feriti. Anche il presidente nigeriano Muhammadu Buhari, musulmano, ha fatto sentire la sua voce per esprimere condoglianze “a nome – ha dichiarato il portavoce – della sua famiglie e dell’intera nazione”.
Sulla tragica vicenda è stata anche aperta un’inchiesta benchè finora, per analoghi episodi accaduti nel Paese, non sono mai stati individuati i colpevoli. In particolare, è tuttora impunita la strage del settembre 2014, quando il crollo di una chiesa a Lagos seppellì 116 seguaci del telepredicatore evangelico T.B.Joshua. Si parlò subito di corruzione, criminale negligenza, carenze progettuali e strutturali. Ma nessuno è mai stato arrestato nè è mai finito sotto processo.