ROMA – “Sì ho preso soldi in nero. Ma è una cosa normalissima, si fa così nella vita”. Così il senatore del Pdl Denis Verdini confessa davanti alle telecamere di Report, di aver intascato 800 mila euro, senza passare dal Fisco.
Nella puntata che andrà in onda lunedì 21 ottobre, il team di Milena Gabanelli racconta chi è l’uomo che fa da cicerone a Berlusconi durante l’inaugurazione della nuova sede di Forza Italia. Che conforta l’ex premier dopo che in lacrime ha votato la fiducia al governo Letta. Fino alle indagini sui grandi appalti, che hanno fatto emergere gli affari della cricca, il volto di Verdini lo conoscevano in pochi.
Nel video che anticipa la puntata, il senatore fiorentino ammette candidamente di avere incassato una parte di denaro in nero nel corso di un’operazione immobiliare che risale al 1989, quando l’impresa edile di un piccolo costruttore siciliano, Ignazio Arnone, rileva da Verdini alcuni lotti a Signa, nei pressi di Firenze, per costruirci residenze familiari. La storia, per fortuna, è vecchia, precisa Verdini ma il team di Report è andato a guardare i bilanci fino agli ultimi anni.
Nonostante stia facendo i conti con vari procedimenti penali, dalla bancarotta del Credito cooperativo fiorentino, all’accusa di truffa all’editoria, dalla P3 alla P4, al finanziamento illecito ai partiti, oggi Denis Verdini appare sempre in prima fila nelle riunioni segrete di Arcore che l’ex premier tiene con un numero ristrettissimo di persone fidate. È considerato, tra i falchi, quello che riesce di più a influenzare i pensieri dell’ex premier. In molti tra le colombe di Forza Italia vorrebbero arginare il suo potere. E’ a lui che Berlusconi ha affidato le chiavi della rinascente Forza Italia.
Se il progetto continuerà sarà proprio Verdini a scegliere la nuova classe politica del partito, coloro che si candideranno e siederanno sugli scranni del Parlamento. Con quale logica lo farà? L’inchiesta di Sigfrido Ranucci, tenta di ricostruire l’ascesa di uno dei politici più influenti del momento. Dalla sua attività di commercialista a Campi Bisenzio alla presidenza del Credito cooperativo fiorentino, dalla sua discesa in politica fino ad arrivare alla corte di Berlusconi.
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