Dj Fabo VIDEO appello a Mattarella: “Sono in gabbia, lasciatemi morire”

Dj Fabo VIDEO appello a Mattarella: "Sono in gabbia, lasciatemi morire"
Dj Fabo VIDEO appello a Mattarella: “Sono in gabbia, lasciatemi morire”

ROMA – “Signor Presidente della Repubblica, Fabo si sente in gabbia. Vorrebbe essere libero di morire, ma non può. Facciamo qualcosa?” E’ l’appello lanciato su Facebook da Dj Fabo, al secolo Fabiano Antoniani: 39 anni vive “bloccato a letto immerso in una notte senza fine”. A seguito di un gravissimo incidente stradale, avvenuto 2 anni fa è rimasto cieco e tetraplegico. Ora Fabo chiede al Capo dello Stato di intervenire per sbloccare l’iter della legge sull’eutanasia, impantanata in Parlamento dallo scorso marzo.chiede al capo dello Stato di intervenire per sbloccare l’iter parlamentare della legge sull’eutanasia, in stallo dallo scorso marzo.

A corredo del messaggio indirizzato a Mattarella c’è un video in cui la fidanzata Valeria racconta le due vite di Fabo. Prima e dopo l’incidente. Nella sua prima vita ha animato le notti danzanti di almeno due continenti, riscuotendo anche un certo successo in India e nel subcontinente. Ma era anche un broker, un assicuratore e un amante delle moto da cross. Una vita vissuta a pieno insieme alla sua compagna, che non l’ha mai abbandonato.

“Sono sempre stato un ragazzo molto vivace. Un po’ ribelle, nella vita ho fatto di tutto, ma la mia passione più grande è sempre stata la musica, suonare per gli altri mi faceva felice”, spiega l’ex Dj attraverso Valeria.

Da due anni è iniziata la sua nuova vita da imprigionato:

“Il 13 giugno 2014 sono diventato cieco e tetraplegico a causa di un incidente in macchina. Non ho perso subito la speranza però. In questi anni ho provato a curarmi, anche sperimentando nuove terapie. Purtroppo senza risultati. Da allora mi sento in gabbia. Non sono depresso, ma non vedo più e non mi muovo più”, racconta.

Per questo ha chiesto aiuto all’Associazione Luca Coscioni che, come ricorda lo stesso Fabo,

“ha depositato in Parlamento una proposta di legge per legalizzare l’eutanasia, ma sono passati più di tre anni e non è stato deciso ancora niente. Signor Presidente, sappiamo che non spetta a lei approvare le leggi. Le chiediamo però di intervenire affinché una decisione sia presa. Per lasciare ciascuno libero di scegliere fino alla fine”.

Alla fine, quando appaiono le immagini di Fabo immobile nel suo letto, è lui stesso a pronunciare con fatica le parole: “Grazie Sergio”.

Secondo l’associazione Luca Coscioni, Fabiano Antoniani è il continuatore della lotta di Piergiorgio Welby, scrittore, poeta e pittore, divenuto simbolo della lotta per il diritto al fine vita.  Malato di distrofia muscolare fin da adolescente, Welby, perse presto la possibilità di camminare e, in seguito, anche di parlare e compiere qualsiasi movimento, compreso mangiare e respirare. Paragonava la sua condizione a quella vissuta da Aldo Moro durante la prigionia. Nel 2006, in una lettera inviata all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiese, senza successo, il diritto a non ricevere più i trattamenti sanitari che lo tenevano in vita suo malgrado. Pochi mesi dopo, ottenne l’aiuto di un medico, Mario Riccio, che, dopo averlo sedato, gli staccò il respiratore. Era il 20 dicembre 2006. Il medico fu poi processato per omicidio del consenziente e prosciolto perché il fatto non costituisce reato.

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