MILANO – Ferruccio de Bortoli lascia il Corriere della Sera dopo sei anni di direzione. La redazione di via Solferino lo ha salutato con un lungo applauso e alla fine il giornalista ha tradito l’emozione del momento, per indirizzare quindi a sua volta l’applauso in sala ai propri redattori: “Questo applauso è per voi“, ha detto de Bortoli. Sono stati “anni di cui conserveremo ricordi molto belli, di cui dovremo andare fieri – ha detto de Bortoli -. Dobbiamo condividere l’orgoglio di aver fatto un buon giornale, indipendente, libero, autorevole. Il merito è di tutti. Gli errori, non pochi, solo miei”.
“Il Corriere è stato il mio grande sogno giovanile. E fu un grande privilegio entrarvi, quarantadue anni fa. Feci di tutto, anche le cartine geografiche, pur di mettere un piede in redazione. Se andate in archivio le troverete: sono pessime”, ha ricordato ripercorrendo le varie fasi di una lunga carriera nel quotidiano e soffermandosi sulla propria idea del ruolo di giornalista o sul rapporto con il lettore. Nei saluti di de Bortoli non sono mancati poi i passaggi polemici con gli azionisti: “Il Corriere resterà per sempre la mia famiglia – ha detto -. Il rapporto con gli editori pro tempore si interrompe definitivamente domani – ha detto -. Il mio legame con una grande istituzione del giornalismo e della cultura del nostro Paese, e con voi, è indissolubile”. E poi, dopo qualche passaggio: “Il Corriere è composto da giornalisti bravi e soprattutto liberi di far bene il proprio mestiere. A nessuno di voi è stato chiesto, in questi anni, di fare qualcosa di contrario all’etica professionale, di servire un padrone o un investitore pubblicitario. Il cosiddetto ‘branded content’ è rimasto fuori dalle redazioni. Guardatevene, perché è la morte del nostro mestiere e un modesto palliativo all’agonia degli editori. Le notizie, anche quelle più scomode e contrarie anche agli interessi degli azionisti, sono state pubblicate. Tutte. Credo siano pochi, in Italia e all’estero, i giornali liberi e autorevoli come il Corriere. Ma la libertà è come l’aria, la si apprezza solo quando manca. E sono sicuro che non mancherà al Corriere anche nei prossimi anni”.
Alla Rcs intanto, è cominciato il conto alla rovescia per il successore di Ferruccio de Bortoli. Nei giorni scorsi era emerso il nome di Mario Orfeo, 49 anni, direttore del Tg1 dal novembre 2012, come quello più quotato per l’incarico al Corriere, tra l’altro molto voluto inizialmente da alcuni azionisti come Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera. Resterebbe però ancora alta l’ipotesi che venga nominato il condirettore, Luciano Fontana. Ogni scelta concreta, comunque, spetterà al Cda. Tra gli altri nomi circolati con forza negli ultimi giorni per il Corriere figurava anche quello dell’ex direttore della Gazzetta Carlo Verdelli. Mentre il candidato ritenuto a lungo più forte era stato il direttore della Stampa Mario Calabresi, chiamatosi in realtà espressamente fuori dalla partita, ma ritenuto comunque ancora tra i nomi valutati. Il sito del suo giornale pubblica il video dell’addio alla redazione che Blitz vi ripropone.