Furti e danni a bagagli negli aeroporti, 86 indagati: 19 arresti in Alitalia

CATANZARO – Rubavano dai bagagli dei passeggeri mentre li scaricavano dall’aereo. E se non riuscivano a forzare la valigia la danneggiavano per ripicca. La mattina del 3 maggio sono scattati arresti e obblighi di presentazione per 86 dipendenti di diversi aeroporti italiani. Tra i destinatari delle misure cautelari anche 49 dipendenti di Alitalia-Cai, di cui 19 sono stati arrestati.Le indagini sono partiti dalla polizia di frontiera aerea di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, dove sono stati denunciati oltre 100 episodi tra furti e danni ai bagagli sono stati registrati in tutti i grandi aeroporti, da Roma Fiumicino a Milano Linate, Bologna e Bari. I reati contestati sono di furto, tentato furto e danneggiamento.

Le indagini sono state condotte sotto le direttive della Procura della Repubblica di Lamezia Terme e sono durate oltre un anno. L’operazione, denominata ‘‘Stive pulite”, vede impegnati circa 400 uomini della Polizia di Stato dei diversi uffici di frontiera aerea interessati all’esecuzione delle misure cautelari.

Alitalia-Cai, a quanto si è appreso, ha collaborato con gli inquirenti. Le misure cautelari sono state predisposte al fine di evitare la reiterazione dei reati contestati commessi in danno degli ignari clienti della compagnia di bandiera. Gli autori dei furti rischiano pene fino a 6 anni di reclusione, oltre che la perdita del posto di lavoro.

Le persone arrestato sono 29, mentre per altri 57 è stato notificato l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria, di cui 30 tra i dipendenti di Alitalia-Cai. Le persone nei confronti delle quali sono state eseguite le misure cautelari sono operatori aeroportuali. Tutti gli arrestati sono stati posti ai domiciliari.

I furti, secondo quanto è stato riferito dagli investigatori, avvenivano a bordo degli aeromobili durante le operazioni di carico e scarico dei bagagli. Gli aeroporti in cui sono stati compiuti i furti sono quelli di Lamezia Terme, Bari, Bologna, Milano Linate, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino e Verona.

Nel corso delle indagini sono state effettuate per la prima volta attività di intercettazioni audiovisive a bordo degli aeromobili grazie alle quali è stato possibile identificare i responsabili dei furti. Alle persone coinvolte nell’operazione vengono contestati i reati di furto, tentato furto e danneggiamento. Quest’ultimo reato deriva dal fatto che i bagagli che i ladri non riuscivano ad aprire venivano danneggiati per ripicca.

Il Codacons grida allo scandalo: ”E’ vergognoso che dopo lo scandalo verificatosi nel 2002, a oltre dieci anni di distanza, non sia stata ancora fatta pulizia e che non siano stati ancora predisposti strumenti idonei ad impedire questi furti. E’ dall’agosto 2002, infatti dopo i furti verificatesi a Malpensa, che il Codacons ha chiesto di fare accertamenti a tappeto in tutti gli aeroporti italiani. Questi furti, invece, continuano a ripetersi ciclicamente: 2002, 2004, 2005, 2007, 2012. Nulla è stato fatto da allora per rivedere i criteri di selezione del personale responsabile della custodia dei bagagli, evidentemente troppo blandi e generici per un lavoro che richiede invece particolari requisiti di onestà”.

La nota dell’associazione dei consumatori prosegue: “Il Codacons ricorda che i passeggeri in questi casi hanno diritto non solo al rimborso dei danni patrimoniali subiti, ma anche ad un risarcimento per i danni non patrimoniali.  Nel caso non fossero già stati a suo tempo risarciti dalle compagnie aeree, potranno decidere di rivalersi costituendosi parte civile nell’eventuale procedimento penale. Anche i datori di lavoro di queste persone arrestate sono responsabili, ai sensi dell’art.  2.049 del codice civile, per i danni arrecati dal fatto illecito commessi dai lavoratori nell’esercizio delle incombenza a cui sono adibiti”.

Le immagini che incastrano i ladri (Ansa)

Il video (da Corriere Tv)

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