Jacob Blake dal letto d’ospedale: “Fa male respirare e soffro di continuo” VIDEO

“Fa male respirare” dice in un video dal suo letto d’ospedale Jacob Blake, il giovane uomo di colore colpito alla schiena più volte da un agente di polizia bianco in Wisconsin.

Jacob Blake dice che “fa male anche respirare” e che è in un costante stato di dolore. Nonostante le ferite, che probabilmente lo lasceranno paralizzato dalla vita in giù, Blake ha detto ai suoi sostenitori che “c’è ancora molta vita da vivere”.

La tua vita, e non solo la tua vita, le tue gambe – qualcosa di cui hai bisogno per muoverti e andare avanti nella vita – possono esserti portate via in questo modo”, dice Blake, schioccando le dita, nel video rilasciato dal suo avvocato Ben Crump.

Indossando un camice da ospedale, Blake ha detto di avere punti metallici nella schiena e nello stomaco. “Fa male respirare, fa male dormire, fa male spostarsi da una parte all’altra, fa male mangiare”, dice nel video, che ha più di 400.000 visualizzazioni su Twitter.

Jacob ammanettato nonostante la paralisi

Secondo lo zio, il padre di Blake è andato a visitare il figlio nell’ospedale di Wauwatosa affermando che gli si era “spezzato il cuore” nel vedere il figlio ammanettato.

“E’ paralizzato, non può camminare e l’hanno ammanettato al letto. Perché?”, ha detto Justin Blake all’emittente.

Afroamericano di 29 anni, Blake si trova già da diversi giorni ricoverato all’ospedale, dopo che un agente della polizia di Kenosha gli ha sparato sette volte alla schiena dopo aver cercato di arrestarlo. La vicenda che ha causato una nuova, forte, ondata di proteste del movimento Black Lives Matter nonché un boicottaggio dei giocatori dell’Nba.

Il dipartimento dello sceriffo di Kenosha e l’ufficio del procuratore non hanno finora commentato la notizia. L’ex candidato democratico alla Casa Bianca Andrew Yang ha detto alla Cnn di aver parlato con il padre di Blake. “Mi ha detto che il suo figlio era stato incatenato”, ha spiegato Yang l’esponente dem. (Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev).

 

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