Lockdown in Lombardia, manifestanti sotto casa di Gori. Sindaco Bergamo: “Io che c’entro”

A Bergamo circa 300 manifestanti hanno protestato contro il lockdown in Lombardia, raggiungendo anche la casa del sindaco Giorgio Gori.

A poche ore dall’entrata in vigore della zona rossa e lockdown in Lombardia, Bergamo, la città simbolo della lotta al Covid si ribella contro le misure imposte dal governo. Un corteo di 300 persone giovedì sera ha manifestato per le strade di Bergamo raggiungendo anche l’abitazione del sindaco Giorgio Gori.

La marcia è stata organizzata contro le misure restrittive previste dal nuovo Dpcm. “Un sindaco non c’entra però nulla con la decisione di indicare come rossa una certa area territoriale”, è la replica del primo cittadino. 

Alla manifestazione erano presenti “ristoratori, commercianti e partite Iva”, spiega Giorgio Gori. Ma anche “gruppi organizzati di estrema destra, negazionisti e alcuni esponenti della Lega. Un corteo è poi arrivato sotto casa mia e qui i manifestanti sono rimasti per più di un’ora, sorvegliati dalla polizia, scandendo slogan, con bandiere, striscioni e fumogeni”, scrive Gori. “Vergogna!”, “Gori vieni fuori”, “libertà!”, sono gli slogan urlati sotto la casa del sindaco accompagnati dall’Inno di Mameli. 

La solidarietà dei politici

“Siamo vicini al Sindaco Gori, a tutti i sindaci d’Italia e a chi combatte in prima linea per fermare questa pandemia”, ha detto il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti. Anche il sindaco di Roma Virginia Raggi esprime “solidarietà e piena vicinanza al sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Non sei solo”, ha scritto su Twitter ancora il sindaco 5 stelle. “Restiamo uniti per combattere e sconfiggere insieme il virus rispettando le regole”. (Fonti Ansa e Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev).

 

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