Manovra, Di Maio: "Deficit al 2,4% nel 2019, ma poi scenderà" Manovra, Di Maio: "Deficit al 2,4% nel 2019, ma poi scenderà"

Manovra, Di Maio: “Deficit al 2,4% nel 2019, ma poi scenderà”

Manovra, Di Maio: "Deficit al 2,4% nel 2019, ma poi scenderà"
Manovra, Di Maio: “Deficit al 2,4% nel 2019, ma poi scenderà”

ROMA – L’asticella del rapporto deficit-Pil resta al 2,4% e il governo, su questo, “non arretra di un centimetro” ma “punta a una diminuzione del debito negli anni successivi grazie alla crescita che ci sarà e ai tagli agli sprechi”. A tirare le somme al termine del vertice di maggioranza sulla manovra è il vicepremier Luigi Di Maio, che anticipa anche che altri “dettagli saranno ulteriormente definiti mercoledì mattina” nel corso di un vertice sulla Nota di aggiornamento del Def, documento di economia e finanza che contiene le nuove stime di crescita e gli obiettivi di bilancio, che proprio mercoledì 3 ottobre dovrebbe essere trasmesso alle Camere.  

Dopo l’incontro di martedì, durato circa due ore, evidentemente non sono ancora stati messi a punto tutti, quei dettagli. Il mantra dal lato della maggioranza è costante e conferma le anticipazioni sulla manovra “che ci avevano indotto a definirla seria razionale e coraggiosa. Confermiamo il programma delle riforme annunciate che partiranno già nel 2019“, ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha ribadito l’impegno dell’esecutivo per “accelerare la discesa del rapporto deficit/Pil in modo consistente nell’arco del triennio”.  

Lunedì il ministro Tria ha partecipato alla riunione dell’Eurogruppo a Lussemburgo ma poi ha disertato i lavori dell’Ecofin, anticipando il rientro a Roma. Durante l’incontro a Chigi è probabile che il titolare del Mef abbia riferito a Conte e ai colleghi di governo l’esito dei colloqui con i commissari europei che hanno fatto capire chiaramente che i conti italiani rischiano la bocciatura.

Questo campanello di allarme ha segnato la giornata di martedì e le tensioni sui titoli di Stato italiani, sullo spread che ha sfondato quota 300 punti non si sono fatte attendere. Non è mancato quindi lo scontro tra Roma e Bruxelles, in particolare è stato acceso il botta e risposta tra il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini e il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Anche per questo a Palazzo Chigi, il premier ha tentato di smorzare i toni per dare all’esterno un’immagine di stabilità in vista della riapertura dei mercati domani mattina. 

 

 

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