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“Not in My Name”: musulmani in piazza a Roma e Milano VIDEO

di Lorenzo Briotti |21 Novembre 2015 19:15

“Not in My Name”: musulmani in piazza a Roma e Milano

ROMA – Si è conclusa a Roma la manifestazione delle Comunità islamiche contro il terrorismo, alla quale hanno partecipato alcune centinaia di persone che hanno gremito piazza SS. Apostoli, nonostante la pioggia battente. A chiudere la manifestazione “Not in my name” con il suo interveneto da palco è stato il deputato italo marocchino del Pd Khalid Chaouki.

Per tutte le vittime di terrorismo è stato osservato un minuto di silenzio all’inizio della manifestazione. Dal palco è stata espressa “condanna netta contro tutti i terrorismi, quelli di Parigi sono stati drammatici. Noi siamo pronti per collaborare con le istituzioni per difenderci”. Oltre a vari rappresentanti della comunità islamica, dall’Imam Pallavicini, vicepresidente della Comunità religiosa islamica italiana (Coreis) al segretario del Centro islamico della Grande Moschea della capitale Abdellah Redouane, alla manifestazione hanno partecipato alcuni politici italiani e rappresentanti delle istituzioni. Tra questi ultimi i presidenti delle Commissioni Esteri di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Pierferdinando Casini e il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, Stefano Fassina, Luigi Manconi, esponenti del sindacato come la leader della Cgil Susanna Camusso ed esponenti del mondo dello spettacolo come Paolo Virzi.

Alcune centinaia di manifestanti si sono riuniti anche a Milano in piazza san Babila, a Milano, per partecipare al presidio ‘Not in my name’ organizzato dal Caim (Coordinamento associazioni islamiche di Milano e Monza-Brianza) ”e da altre 87 associazioni islamiche” come ha spiegato Davide Piccardo, coordinatore del Caim. Il presidio è incominciato intorno alle 15.

”No al terrorismo sì alle moschee – ha detto Piccardo parlando con i giornalisti – con il riconoscimento delle moschee ci sarebbe maggiore sicurezza per tutti. Non c’e’ spazio per il terrorismo e questa escalation di violenza ci preoccupa molto”. ”La islamofobia – ha aggiunto – crea tensione e invece avremmo bisogni do convivenza e dialogo”. Ai musulmani lombardi risponde criticamente il governatore Roberto Maroni: “La comunità islamica è fatta di tante comunità, non vorrei si pensasse che adesso il problema è risolto, che non ci sono rischi in Italia perché la comunità islamica ha detto questo”.

“Non è così purtroppo – ha continuato Maroni – ci sono tanti islamici che sono così, ma ci sono anche quelli che si nascondono, fomentano, che predicano la violenza, allora distinguiamo senza generalizzare ma senza dire che possiamo dormire sogni tranquilli”.

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