Paraguay, un paese, 2 presidenti: è scontro tra Lugo e Franco

Pubblicato il 25 Giugno 2012 - 21:53| Aggiornato il 26 Giugno 2012 OLTRE 6 MESI FA

Fernando Lugo

ASUNCION – Un paese per due presidenti. E’ scontro tra Fernando Lugo, destituito da presidente venerdì 22 giugno, ed il suo vice e neopresidente Federico Franco. Il 25 giugno mentre il neocapo di Stato Franco ha fatto prestare giuramento ai 9 ministri del suo gabinetto, la Corte Suprema, senza analizzarlo, ha respinto il ricorso contro l’impeachment-lampo di Lugo, quest’ultimo, dopo le consulenze ottenute dagli ormai ex colleghi della regione, ha assicurato: ”Stiamo riorganizzando forze sindacali e sociali, per dare il via ad una resistenza pacifica contro i golpisti”. Una situazione che preoccupa gli altri paesi del sudamerica, che con sguardo attento puntano i propri occhi sul Paraguay.

”Non si puo’ sapere cosa accadra’ in Paraguay nei prossimi mesi, ma la lotta che intraprendero’ punta a ristabilire il sistema democratico”, ha pero’ anche ammesso il defenestrato ex presidente che, comunque, alcuni dei suoi seguaci continuano a sostenere che e’ ancora il capo di Stato in carica.

Non cosi’ ovviamente i suoi colleghi alla luce delle mosse giuridiche effettuate da quasi tutti i politici paraguayani – di destra ed estrema destra – per toglierlo di mezzo in vista delle presidenziali del prossimo anno. In pratica, sia pure per ora in ordine sparso, dalla presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner al venezuelano Hugo Chavez (che ha bloccato le forniture di greggio al Paraguay), puntano ad isolare Asuncion.

Soprattutto politicamente. Economicamente, infatti, non sara’ facile coinvolgere fino in fondo la brasiliana Dilma Rousseff, che deve vedersela con i 350.000 connazionali (i ‘brasiguayos’), molti dei quali ricchi e potenti che vivono nel Paese e che le hanno gia’ chiesto di ”riconoscere al piu’ presto” il governo di Franco.

Una prima cartina di tornasole in tal senso sara’ il summit dei presidenti del Mercosur, in programma giovedi’ e venerdi’ prossimo a Mendoza (Argentina). A cui dovrebbe partecipare anche Chavez e al quale e’ stato invitato Lugo.

In pratica l’ex vescovo di 61 anni, che aveva gia’ rischiato l’impeachment per i due figli – che ha riconosciuto -, avuti quand’era ancora un prelato, dovra’ ”aggiornarsi” al piu’ presto su come ci si muove politicamente. In effetti, durante il suo mandato, non solo non ha badato a fondare un suo movimento piu’ o meno di sinistra alla luce dei suoi trascorsi legati alla Teologia della Liberazione, ma si e’ impegnato da par suo, cioe’ senza dar retta a nessuno, prima ottenendo i voti, con cui ha vinto, delle destre del Partito Liberale di Franco – che da 76 anni insegue invano il potere – e poi saltando sulla barca del Partito Colorado di estrema destra, a cui arride tuttora la maggioranza dei consensi nel Paese.

Insomma, pilotato da par loro da ex colleghi, piu’ o meno di sinistra, della stazza politica di Cristina Fernandez, Chavez e Rousseff, tentera’ di ritrovare un posto al sole. Ma lui stesso ammette: ”Non so cosa’ accadra”’. In America Latina non e’ certo il momento per apprendisti politici.