ROMA – Prima Gattuso, poi Saviano, poi forse l’Europa… Quella di Salvini appare sempre più quasi come una strategia. Ma più che il bastone e la carota, il bastone e la smielata. Prima attacca, poi fa il buono. E’ successo con Gattuso dopo Lazio-Milan, è successo con Saviano: “Voglio raddoppiare la scorta a Saviano che poi se gli toccano un’unghia è colpa mia”, ha detto il ministro dell’Interno nel corso della presentazione del libro di Lilli Gruber.
In entrambi i casi, Gattuso e Saviano, Salvini prima attacca (“avrei fatto dei cambi”, “scorta? Saviano passa molto tempo all’estero”), poi dopo aver ricevuto a sua volta una critica (“pensi alla politica”, “ministro della malavita”) tira fuori quella che potremmo chiamare “la carota buonista”. E così Gattuso è diventato il miglior allenatore che il Milan possa permettersi e Saviano vedrà raddoppiarsi la scorta (che poi forse è anche troppo). Rimangono da chiedersi due cose.
1- Salvini come avrebbe reagito se Gattuso e Saviano non avessero detto nulla e avessero solo incassato il colpo? Avrebbe detto o fatto qualcosa se il caso non fosse diventato notizia del giorno o della serata?
2- Questa tattica funzionerà anche con l’Europa? Qui non si parla di calcio o della scorta di Saviano. Qui si parla di soldi pubblici e quindi forse serve qualcosa di più della tattica della zampata e della carezza.
Per ora con Gattuso e Saviano ha funzionato. Salvini ne è uscito più che pulito agli occhi dell’opinione pubblica. E’ stato bravo anche nel districarsi in un campo non facile come quello calcistico, dove i tifosi non perdonano nulla (vedi Berlusconi). La “carota buonista” è un termine che a Salvini non piacerà sicuramente, però descrive in pieno la tattica che sta portando avanti. Tattica che ha successo e che piace agli italiani, “bravo Salvini, duro e buono quando serve”. Ma con l’Europa servirà di più…