Sea Watch non può sbarcare: la Corte di Strasburgo rigetta il ricorso. L’appello dei migranti: “Fateci scendere”

Sea Watch non può sbarcare: la Corte di Strasburgo rigetta il ricorso. L'appello dei migranti: "Fateci scendere"
Sea Watch non può sbarcare: la Corte di Strasburgo rigetta il ricorso. L’appello dei migranti: “Fateci scendere”

LAMPEDUSA – Nulla da fare per la Sea Watch 3: la nave da 13 giorni a largo di Lampedusa con 42 migranti a bordo non può sbarcare in Italia. La Corte europea per i diritti umani di Strasburgo ha infatti respinto il ricorso della ong tedesca contro l’Italia. Ma ha comunque “indicato al governo italiano che conta sulle autorità del Paese affinché continuino a fornire tutta l’assistenza necessaria alle persone in situazione di vulnerabilità a causa dell’età o dello stato di salute che si trovano a bordo della nave”.

I ricorrenti, cioè il capitano della Sea Watch 3 e una quarantina di migranti, avevano invocato gli articoli 2 (diritto alla vita) e 3 (divieto di trattamenti inumani e degradanti) della Convenzione, chiedendo di essere sbarcati subito con un provvedimento provvisorio d’urgenza per poter presentare una richiesta di protezione internazionale.

La Corte ha rivolto alcune domande alle parti e ha chiesto loro di rispondere lunedì 24 giugno. Al Governo è stato chiesto quante persone erano state già sbarcate dalla nave, il loro possibile stato di vulnerabilità, le misure previste dal Governo, nonché la situazione attuale a bordo della nave. Le domande rivolte ai richiedenti riguardavano le loro condizioni fisiche e mentali il loro possibile stato di vulnerabilità. Oggi, dopo aver esaminato le risposte ricevute, la Corte ha deciso che non c’erano sufficienti motivazioni per chiedere al Governo italiano di applicare un provvedimento provvisorio di sbarco. Tale provvedimento viene infatti concesso, precisa la Corte, “nei casi eccezionali in cui i richiedenti sarebbero esposti – in assenza di tali misure – a un vero e proprio rischio di danni irreparabili”.

Esulta il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, commentando la decisione della Cedu, ha ripetuto il solito refrain: “Anche la Corte Europea di Strasburgo conferma la scelta di ordine, buon senso, legalità e giustizia dell’Italia: porti chiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici. Meno partenze, meno sbarchi, meno morti, meno sprechi. Indietro non si torna”.

Intanto martedì mattina dalla nave è arrivato un appello video dei migranti. “Non ce la facciamo più, qui siamo come in prigione, aiutateci a sbarcare presto, a mettere i piedi giù da questa barca”, dice uno di loro in un video postato sulla pagina Facebook del Forum Lampedusa Solidale. “Siamo tutti stanchi, esausti, stremati – aggiunge – pensate ad una persona appena uscita di prigione e fuggita dalla Libia, che ora si trova qui seduta o sdraiata. Immaginatevi come debba sentirsi questa persona”.

I migranti sottolineano che a bordo “manca tutto, non possiamo fare niente, non possiamo camminare né muoverci perché la barca è piccola mentre noi siamo tanti. Non c’è spazio”. L’Italia “si rifiuta di farci approdare”, proseguono, “chiediamo l’aiuto delle persone a terra, qui non è facile, non è facile stare su una barca piccola. Per favore – concludono i migranti – non ci lasciate qui cosi, non ce la facciamo più”.

All’appello si è aggiunto poi anche Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e Gruppo Abele: “Facciamoli scendere – ha esortato – si sta giocando una partita di civiltà. Si, civiltà. Perché quando viene meno il dovere di soccorso, un dovere che nasce dall’empatia fra gli esseri umani, dal riconoscerci gli uni e gli altri soggetti a un destino comune, viene meno il fondamento stesso della civiltà”.

“Stiamo andando alla deriva. Abbandonare persone fragili e sofferenti è uno dei peggiori crimini che un essere umano possa commettere- afferma tra l’altro Ciotti- Noi siamo con il capitano Carola, siamo dalla sua parte perché Carola con il suo coraggio e la sua umanità incarna le leggi del cuore e della coscienza e non accetta di piegarsi alle leggi del potere e dell’arbitrio, leggi che stanno mandando alla deriva un intero continente che è stato culla di civiltà: L’Europa”. (Fonte: Ansa)

Fonte video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

 

 

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