Taglio parlamentari, Senato approva. Di Maio: “Qualcuno ora dovrà trovarsi un lavoro” VIDEO

di maio su taglio parlamentari
Di Maio parla soddisfatto del voto al Senato sul taglio dei parlamentari

ROMA – Luigi Di Maio è soddisfatto dell’approvazione al Senato del testo che prevede il taglio dei deputati e dei senatori a partire dalla prossima legislatura. Queste le parole del leader M5s: “Qualche parlamentare che è qui da sette o otto legislature dovrà finalmente trovarsi un lavoro. Gli manderemo una poltrona in miniatura in ricordo della votazione di oggi” (il video in fondo all’articolo). 

Ok del Senato al taglio parlamentari grazie a FdI. Nodo referendum

Ha superato il terzo dei quattro round, la sforbiciata al Parlamento che dalla prossima legislatura conterebbe 600 fra deputati e senatori, ossia 345 poltrone in meno. Con 180 sì e 50 no e un testo blindato, il Senato ha approvato la riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari (contrari Pd, gruppo Misto e Autonomie; Forza Italia non ha partecipato al voto).

Un voto che mette in pista il referendum confermativo, visto che la riforma non ha ottenuto i due terzi dei voti parlamentari (e sicuramente non li otterrà nell’ultima lettura alla Camera) come stabilito dalla Costituzione, per evitare la richiesta della consultazione popolare.

Dunque si potrebbe ricorrere al referendum previsto dall’articolo 138 della Costituzione (entro tre mesi dalla pubblicazione della legge, possono chiedere il referendum un quinto dei deputati o dei senatori o 500 mila cittadini o 5 Consigli regionali recita l’articolo) come avvenuto anche con l’ormai famosa riforma Renzi. Questa volta però, difficilmente qualcuno chiederà la consultazione popolare. Non certo il Pd o Forza Italia, che pur avendo votato contro per il mancato coordinamento del taglio dei parlamentari con altri decisivi aspetti dell’assetto istituzionale, non sono intenzionati a promuovere una campagna elettorale suicida.

 Il voto sul taglio dei parlamentari evidenzia di nuovo la debolezza della maggioranza al Senato. Acuita ora dal “distacco” di Forza Italia. Su questo si accanisce il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro: “Prima delle Europee, Fi ha votato a favore. Quando i giochi i fanno duri, ha deciso di mollare. Altri sono stati più coerenti”.

Resta il fatto che su provvedimenti che richiedono la maggioranza qualificata i gialloverdi si sono fermati a quota 159, contro i 161 richiesti. E il soccorso annunciato di FdI è risultato determinate per raggiungere l’obiettivo. A questo punto per l’approvazione definitiva del provvedimento resta solo l’ultimo miglio, da fare alla Camera probabilmente a settembre. “Ci manca l’ultimo tempo per segnare il gol definitivo”, gongola il vicepremier e leader del M5s Luigi Di Maio uscendo da Palazzo Madama. Giorgia Meloni fa pesare, nel giorno in cui Forza Italia si sfila e non vota una “riforma parziale e fatta male”, i suoi voti che si aggiungono ai sì isolati di Gaetano Quagliariello e Mariarosaria Rossi.  “E’ solo grazie a noi che il provvedimento è passato”, rivendica la leader di Fratelli d’Italia, che va oltre: “La finestra per andare a votare a marzo non è ancora chiusa. Non ho mai fatto mistero di sperare che l’Italia torni al voto con una maggioranza che, ormai secondo tutti i sondaggisti, sarebbe schiacciante, Fratelli d’Italia-Lega”.

Il provvedimento modifica gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione: la Camera avrebbe così 400 deputati (oggi sono 630), portando a 8 quelli eletti nella circoscrizione Estero (oggi sono 12), mentre i senatori diventerebbero 200 rispetto agli attuali 315, riducendo da 6 a 4 gli eletti fuori dall’Italia. Entusiasti quindi i 5Stelle, a un passo dalla conquista di una legge che è nel dna del Movimento. Di Maio si lancia nei conti: “In 5 anni risparmieremo 500 milioni di euro, 100 milioni l’anno. 300 mila euro al giorno”, ricorda sui social.

Fonte, Ansa, Sole 24Ore, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev 

 

 

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