ROMA – La chirurgia estetica è come “un burqa di carne”. La definizione estrema è del card. Gianfranco Ravasi che in questi termini si è espresso nel documento preparatorio all’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura, in programma dal 4 al 7 febbraio e dedicata proprio ai saperi femminili. A rispondergli è stata Nancy Brilli, testimonial dell’iniziativa nonché moglie del chirurgo plastico Roy De Vita.
Entusiasta dell’incontro con papa Francesco e incurante delle critiche ricevute, soprattutto in America, per il video spot di LifeofWomen l’attrice ha spiegato che le donne che hanno partecipato al progetto sui saperi femminili “non vogliono certo fare i cardinali” e che non si può demonizzare la chirurgia estetica tout court,
“Su questo tema – ha detto l’attrice – sono coinvolta essendo compagna di un chirurgo plastico che si occupa fondamentalmente di ricostruzione post-cancro. Nuovo burqa dipende dal fatto che le donne cercano spesso di omologarsi per sentirsi accettate; se uno altera la fisionomia in cui non si trova ed è infelice, e dopo la chirurgia sta meglio, non capisco dove sta il danno. Se invece – ha argomentato Brilli – si tratta di diventare come si desidera che una donna sia, e chi lo desidera, e chi lo decide, allora questo è il senso del ‘burqa di carne’: ‘devi essere come decido io'”.
E’ stato il card. Gianfranco Ravasi, che ha presentato l’iniziativa insieme a Brilli nella sala stampa del Vaticano, a spiegare che dopo alcune reazioni negative al video in cui la Brilli ha invitato le donne a inviare foto e video per contribuire al dibattito per la plenaria, soprattutto in Canada, Stati Uniti e Australia, “abbiamo ritirato la versione inglese e lasciato quella in italiano”. Le “reazioni”, ha detto il porporato, sono state come sempre di doppio segno:
“Nella mia esperienza – ha aggiunto – ci sono sempre le reazioni entusiaste e quelle di chi ci vede invece come sostenitori di Satana”.
Dal canto suo Nancy Brilli si è difesa:
“Io ho fatto questo video con gradissimo piacere sono contenta della apertura da parte del Vaticano e di papa Francesco, e della lungimiranza del cardinale: era una occasione che non si poteva perdere. Come donna, professionista, madre, sento che è la prima volta in cui viene chiesto il nostro parere, non si sa quali ruoli ci saranno poi, bisognerà forse inventarli, sta di fatto che prendere parte a questo lavoro ritengo sia stato importante per tutte noi, ognuna con il suo apporto”.
“Ognuna di noi – ha aggiunto – ha portato il suo vissuto conoscenza, studi, voglia di aggiungere qualcosa. Anche dopo l’incontro con papa Francesco, sento il bisogno di una spiritualità rinnovata, non credo che le donne che hanno risposto vogliano fare i cardinali ma vogliono prendere parte alla creazione di qualcosa di nuovo. E’ stato un anno molto particolare, – ha ancora raccontato Brilli – in cui ho incontrato papa Francesco, ho avuto un incontro molto profondo e particolare, che mi ha fatto risceglierle la mia religione, ed è stato questo a farmi scegliere di metterci la faccia, perché ci credo”.
“Bisogna aprirsi ai commenti di tutti, che sono i ben accolti, se uno si sente rappresentato dall’insulto, che insulti, se invece ci tiene a collaborare e prendere parte, per una cosa costruttiva, prende una telecamere, un iPhone e parla, e quello che dice viene ascoltato”.
La plenaria sui saperi femminili – che comincia mercoledì 4 febbraio con un evento al teatro Argentina e prosegue in altre sedi fino a sabato, con relazioni e conferenze – è accompagnata da un documento preparatorio in cui appunto si parla della chirurgia estetica come “burqa di carne”.
(Video Repubblica Tv)