CITTA’ DEL VATICANO – Incontro a sorpresa per Papa Francesco prima della consueta udienza del mercoledì. Il Pontefice tra i fedeli non si aspettava di incontrare un religioso che ha subito riconosciuto e abbracciato caldamente. Un amico del Papa, e non è mica roba da tutti.
“Prima di concludere questo nostro incontro in cui abbiamo riflettuto insieme sulla misericordia di Dio – ha detto il Papa in udienza generale – vi invito a pregare per le vittime dell’attentato avvenuto ieri a Istanbul. Che il Signore, il Misericordioso, dia pace eterna ai defunti, conforto ai familiari, fermezza solidale all’intera società, e converta i cuori dei violenti”. I fedeli hanno applaudito.
“Dio – ha detto il Papa iniziando in udienza generale un ciclo di catechesi ‘sulla misericordia secondo la prospettiva biblica’ – si presenta come misericordioso”, questo è “il suo volto e il suo cuore” ed “egli stesso rivelandosi a Mosè si definisce così, ‘misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco nell’amore, e anche in altri testi ritroviamo questa formula con qualche variante ma sempre c’è insistenza sulla misericordia e l’amore di Dio che non si stanca mai di perdonare”. Papa Bergoglio ha dunque esaminato “una per una queste parole” delle definizione che Dio stesso dà di sé: “misericordioso”, “pietoso”, “lento all’ira”, “grande nell’amore e nella fedeltà”.
“Misericordioso – ha spiegato – evoca un atteggiamento di tenerezza, come una madre nei confronti del figlio, infatti termine ebraico fa pensare a viscere o anche al grembo materno, perciò l’immagine che suggerisce è quella del Dio che si commuove e si intenerisce per noi come una madre quando prende in braccio il suo bambino, desiderosa solo di amare, proteggere, aiutare, donare tutto, anche se stessa, questa è l’immagine che suggerisce , un amore dunque che si può definire in senso buono ‘viscerale'”. Secondo, “Dio è pietoso, nel senso che fa grazia, ha compassione nella sua grandezza, si china su chi è debole e povero, sempre pronto ad accogliere, a comprendere, a perdonare e come il padre della parabola riportata da vangelo di Luca, un padre che non si chiude nel risentimento per l’abbandono del figlio minore ma continua ad aspettarlo”.
Dopo aver analizzato l’atteggiamento del padre nella parabola del figliol prodigo, il Papa è passato all’espressione “lento all’ira” che, ha detto, “letteralmente è ‘lungo di respiro’, cioè con il respiro ampio della longanimità”: “Dio sa attendere, i suoi tempi non sono quelli della impazienza degli uomini, come un buon seminatore che lascia tempo al seme di crescere nonostante la zizzania”. Infine il Papa ha analizzato il fatto che, “Dio si proclama grande nell’amore e nella fedeltà” e spiegato che quello di Dio “non è un amore di telenovela”. Dio si rivela a Mosè con una “fedeltà senza limiti”, la “sua fedeltà non verrà mai meno”, egli “è custode”, “non vacillerà”. Papa Bergoglio ha quindi citato san Paolo che, ha commentato, “dice una cosa bella: se tu nei confronti di Dio non sei fedele, lui rimarrà fedele perché non può rinnegare se stesso, la fedeltà nella misericordia è proprio l’essere di Dio”, “per questo Dio è sempre affidabile, presenza solida e stabile è questa – ha concluso – è la certezza della nostra fede”.
L’amore di Dio “non è un amore di telenovela” ha poi detto il Papa, dando inizio a una serie di catechesi dedicate alla misericordia. “Dio – ha spiegato – si proclama grande nell’amore e nella fedeltà, come è bella questa definizione, qui c’è tutto, perché Dio è grande ma questa grandezza si dispiega nell’amarci così piccoli” questa definizione “indica affetto, grazia, bontà, no è un amore di telenovela, è l’amore che fa il primo passo, che non dipende di meriti umani, ma da da gratuità, è la sollecitudine divina che niente può fermare, neppure il peccato, perché sa perdonare il peccato e vincere il male”.