YOUTUBE Parcheggio a luci rosse a pagamento sotto cavalcavia a Napoli

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Gennaio 2017 - 06:01 OLTRE 6 MESI FA
Parcheggio a luci rosse a pagamento sotto cavalcavia a Napoli

Parcheggio a luci rosse a pagamento sotto cavalcavia a Napoli

NAPOLI – Un parco, anzi un parcheggio dell’amore, dove sia la sosta che il sesso erano a pagamento. A scoprirlo sono stati i carabinieri, in una zona isolata sotto un cavalcavia alla periferia di Napoli: per 25 euro (“cinque la sosta, 20 la ragazza”, precisava il gestore) gli automobilisti in cerca di emozioni potevano accedere con la propria vettura ad una sorta di separé, delimitato da teloni di plastica, e consumare un amplesso con prostitute dell’Est europeo, lontano da occhi indiscreti ma soprattutto dalla paura di una aggressione in strada.

L’attività avviata da Raffaele Esposito, 50 anni, incensurato, si era dimostrata fiorente. Il parcheggio aveva aperto i battenti poco prima di Natale, ma grazie al passaparola i clienti erano già numerosi. L'”investimento” iniziale (un gabbiotto in alluminio anodizzato per il gestore, con tanto di addobbi e festoni natalizi; i teloni di plastica per delimitare una quindicina di postazioni auto, appoggiati su blocchi di cemento) era stato presto ammortizzato.

Quando i carabinieri di Napoli hanno fatto irruzione nell’area, intorno alle 23, hanno trovato otto lucciole appartate in altrettante vetture con i clienti: in cassa Esposito aveva già accumulato 410 euro, e la serata era appena agli inizi. Il denaro è stato sequestrato, così come tutto il materiale trovato; all’area sono stati apposti i sigilli, e il gestore è finito in manette per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Il parcheggio era stato creato dal nulla, in modo ovviamente abusivo, in via Francesco Sponzilli, quartiere San Giovanni a Teduccio, nel cuore di quella periferia est di Napoli che attende da decenni bonifica e rilancio. Una zona dove il mercato del sesso abbonda, e dove Esposito aveva pensato di poter lucrare facendo incontrare lucciole e clienti in un ambiente ‘protetto’. Ma il viavai non è sfuggito ai carabinieri, che durante i servizi di pattugliamento del territorio hanno notato prima i movimenti sospetti, poi le strane strutture messe in piedi su un rettangolo di asfalto inutilizzato, all’ombra dei piloni di cemento dei cavalcavia dell’autostrada Napoli-Salerno. E il blitz dell’Arma ha messo fine al business. E a Napoli, non è l’unica storia che ha a che fare col sesso. Il Mattino racconta di una “red light zone” napoletana dove ci si può appartare con delle prostitute e delle escort, pagando anche 150 euro:

“A pagamento, libero, promiscuo, di gruppo, da fare, da guardare, al chiuso e all’aria aperta. C’è una red light zone a nord di Napoli, sotto gli occhi di tutti. Comincia a Cuma, a ridosso del borgo di Licola, e finisce a Lago Patria: dieci chilometri di villette a schiera, case appartate, pinete, campi incolti e nascosti, ruderi diroccati dove si danno appuntamento, con tanto di mappe pubblicate sulla Rete, appassionati di incontri roventi e clandestini (…)”.

Il se++o mercenario, naturalmente, la fa da padrone. Qui la legge Merlin non è in vigore. Come il De Wallen di Amsterdam, ragazze di tutte le nazionalità, con il loro catalogo, si propongono a clienti che arrivano da ogni parte della regione. Non si esibiscono in vetrina, come nei distretti olandesi, ma su Internet. Su Bakeka incontri, uno dei siti più frequentati di annunci gratuiti, in una qualunque giornata si contano tra i 25 e i 40 annunci di prostitute che “esercitano” sul litorale domizio. Lavorano in appartamento. Villette monofamiliari di Lago Patria, a ridosso della base Nato”.

“Case del borgo marino di Licola, della zona del depuratore. Sul sito mostrano foto generose, si danno nomi esotici (Juana, Valentina la pantera, Thaliana, Tayssa), promettono prestazioni superlative. In calce, un numero di cellulare. Al telefono risponde sempre una voce gentile e accattivante, che dà tutte le coordinate. Via Madonna del Pantano oppure via Ripuaria, viale dei Pini, via Staffetta. Nessuna dà il numero civico al telefono. ‘Vieni in zona, mi richiami e ti do le altre indicazioni‘. Le prestazioni partono da 70 euro, qualcuna si spinge fino a cento”.

“Non mancano promesse curiose. Prostitute che lavorano in coppia. Transe++uali. Perfino una fantomatica Carmela, ex suora latina, che dalle foto sembra molto ex e poco suora. Girando nei viali, le case sembrano deserte. Tapparelle abbassate, cancelli serrati, sui citofoni solo numeri, a volte qualche iniziale. Ma il via vai dei clienti si percepisce. Macchine con uomini soli che girano lente nelle stradine interne. Maschi fermi col cellulare incollato all’orecchio, che si guardano intorno con gli occhi bassi e poi si infilano nelle villette con le porte socchiuse. Un via vai continuo, che però non dà fastidio a nessuno. Non ci sono condomini, c’è poco passaggio. Chi ha studiato il sistema, ci ha visto giusto”.

Anche altri siti di incontri confermano che il sesso mercenario napoletano passa ormai tutto di qui. Su una piattaforma Internet, ovviamente appoggiata su server estero, chiamata Escort forum, si trovano prostitute di fascia più alta, con tanto di prezzario. Si parte da 150 euro. E anche qui, nella sezione campana, molte si segnalano a Varcaturo (Dana), a Lago Patria (Sara e Perla). Il sito ospita anche quelle che chiamano recensioni. I clienti, dopo l’incontro, con un nickname, forniscono le loro impressioni, perfino i voti sulla prestazione. Si apre il dibattito. Nella discussione, anche dettagli sulle zone. Su Punterforum, altro sito dove si incrociano domanda e offerta, ci sono ben dodici ragazze che si segnalano tra Cuma e Licola. Anche qui, i clienti si scambiano esperienze. Tutti tranquilli, il litorale è la zona giusta. Nessuno si accorge di nulla. In realtà, quei pochi commercianti che si trovano a ridosso dei viali sanno tutto ma sembrano non avere alcun fastidio.‘Stanno nelle loro case – dice Ruggiero, titolare di un bar a ridosso di via Madonna del Pantano -. Qualche problema lo creano quelle di strada (…).