YOUTUBE Referendum, D’Alema: “Unico media veritiero è stata la Rete”

YOUTUBE Referendum, D'Alema: "Unico media veritiero è stata la Rete"
Referendum, D’Alema: “Unico media veritiero è stata la Rete”

ROMA – L’unico “grande media veritiero” che ha illuminato il risultato del voto referendario “è stata la Rete, perché frequentata dai giovani” e “perché lì la prevalenza del No era schiacciante”. Così Massimo D’Alema a margine dell’esito delle consultazioni. In un Comitato per il No esultante, l’ex presidente del Consiglio festeggia la vittoria.

“Ora c’è una grande possibilità di riavvicinare questo popolo e penso che debba essere un impegno nel Partito Democratico”, ha detto. E sulle eventuali dimissioni di Renzi da segretario del Pd “Sarà il congresso a deciderlo. In tanti nel Pd sono pronti ad azzannarlo, io no”.

Nello spazio, allestito in un coworking del quartiere popolare di San Lorenzo a Roma, decine di militanti si sono raccolti attorno al costituzionalista Alessando Pace, presidente del Comitato per il No. I promotori hanno sottolineato la grande affluenza alle urne e in particolare il dato sorprendente del voto giovanile.

Tutti gli astanti hanno accolto con urla di gioia ed applausi l’esito degli exit poll che annunciavano la sconfitta del sì al referendum. “Andiamo a Palazzo Chigi!”, ha urlato ai primi dati Antonello Falomi, mentre Giovanni Russo Spena invita alla calma. “Aspettiamo”, ha detto l’esponente di sinistra. Nella grande sala, a guardare con soddisfazione i risultati che scorrono sul maxischermo, insieme al costituzionalista Pace, c’erano Alfiero Grandi, Alfonso Gianni, Giovanni Russo Spena, Alfonso Pecoraro Scanio ed il tesoriere Antonello Falomi, orgoglioso di aver speso per la campagna “solo 302 mila euro, tutti raccolti tra i cittadini e senza un soldo pubblico”.

Alla fine, arriva l’annuncio delle dimissioni di Renzi, accolto con un fragoroso applauso al comitato, dove si canta “Bella Ciao” a squarciagola e si respinge al mittente la richiesta di avanzare una proposta di legge elettorale. “C’è il Parlamento”, chiude Alfiero Grandi, mentre Massimo Villone stappa una bottiglia di spumante e si brinda, e Pancho Pardi legge “l’articolo 70 originario”, quello che consacra il bicameralismo perfetto, che resta in vigore.

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