ROMA – Si è spento a 77 anni Bernardo Bertolucci, uno dei più grandi registi del cinema italiano. Autore di capolavori come “Ultimo tango a Parigi”, “Novecento” e “L’ultimo imperatore” tanto per citare qualche esempio. Un maestro in grado di toccare l’anima delle persone ma anche di influire sulla società con le sue opere che sono riuscite a infrangere diversi tabù. Si è spento a Roma dopo una lunga malattia.
Spettatore appassionato della Cinematheque Francaise, scelse la capitale francese come set di “Ultimo tango a Parigi“, atto d’amore per la Nouvelle Vague. Per il film ottenne la collaborazione di Marlon Brando, mentre per la protagonista femminile scritturò la sconosciuta Maria Schneider.
Il film scandalizzò il mondo intero per le sue immagini forti, che valsero al regista un processo e una condanna in patria (gli ritirano per cinque anni il diritto di voto), oltre al il rogo simbolico delle copie del film. “Amavo e amo la libertà e sono sempre stato contro ogni forma di censura – dichiarava Bertolucci – Allora pensavo che il mio destino fosse accomunato a quello di Pasolini e mi sentivo un eroe maledetto. Oggi la vedo diversamente, ma se il mio film ha qualche merito, ci conto anche quello di aver infranto tabù anacronistici”.
La scena del burro in Ultimo tango a Parigi
Maria Schneider, la protagonista, aveva 19 anni all’epoca, Marlon Brando invece 48, nella scena lui la prende con violenza da dietro e usa del burro per aiutarsi nell’operazione. Nella finzione del film esiste un misto di consenso e rifiuto ad ogni atto sessuale e ogni unione tra i due personaggi, uno che in quella scena tocca l’apice della brutalità. Nella finzione.
Nella realtà esisteva una sceneggiatura in cui era tutto scritto, una che era stata letta e approvata da Maria Schneider, una molto chiara, a cui come accade spesso nel cinema è stato aggiunto un dettaglio sul set, l’uso del burro.
41 anni dopo l’uscita del film, nel 2013, in un’intervista alla Cinemateque Francais a Bertolucci fu chiesto di commentare un’altra intervista, rilasciata da Maria Schneider nel 2007, in cui lei diceva di essersi sentita umiliata da quella scena e che non era così nello script, lei non voleva girarla in quel modo ma loro la convinsero. Bertolucci apprendeva in quel momento questo risentimento, si scusò e disse, con il senno di poi, di non andare fiero di quanto accaduto.
“Mi dissero come si sarebbe svolta la scena solo prima di filmare ed ero arrabbiatissima – disse la Schneider nel 2007 -. Avrei dovuto chiamare il mio agente o avere il mio avvocato sul set perché non puoi obbligare qualcuno a fare qualcosa che non è nella sceneggiatura. Ma non lo sapevo. Marlon mi disse: ‘Maria non ti preoccupare, è solo un film’ ma durante la scena, anche se Marlon non faceva nulla per davvero io piansi vere lacrime. Mi sentii umiliata e ad essere onesta anche un po’ stuprata da Marlon e Bertolucci. Dopo la scena Marlon non mi consolò né si scusò. Per fortuna facemmo un ciak solo”. In molti credettero che le scene di sesso tra Brando e la Schneider fossero reali ma lei insiste: “Per niente! Non c’era attrazione tra noi. Per me, lui era più una figura paterna”
Bertolucci, nella successiva intervista del 2013 disse:
“Credo odi me e Marlon perché non le dicemmo il dettaglio del burro da usare come lubrificante, e mi sento colpevole per questo […] Non le dissi in anticipo cosa sarebbe avvenuto perché volevo la sua reazione come una ragazza e non come attrice […] Non volevo che recitasse l’umiliazione o la rabbia, volevo che le sentisse”.