GINEVRA, 29 GEN – ''Bottled Life – Nestle' o la verita' sul commercio dell'acqua'': questo il titolo di un documentario svizzero sul business dell'acqua in bottiglia, di cui il gigante agroalimentare svizzero e' il leader mondiale, con vendite pari a 25 miliardi di litri all'anno e profitti astronomici.
''Nestle' acquista diritti su sorgenti e falde acquifere per soddisfare la crescente domanda di acqua in bottiglia, ma e' una domanda creata dalla stessa Nestle''', denunciano gli autori del film. Inoltre, il ''commercio dell'acqua non e' un business come un altro, ma il commercio di una materia prima assolutamente indispensabile alla sopravvivenza degli abitanti del pianeta'', aggiungono. Per la multinazionale con sede a Vevey, sulle rive del Lago di Ginevra, il problema dell'acqua e' molto piu' vasto e ''Bottled life'' (La vita imbottigliata) e' un ''film ideologico''. Appena uscito nelle sale cinematografiche della Svizzera, il film del regista Urs Schnell e del giornalista Res Gehriger illustra la caccia all' ''oro blu'' della Nestle'. ''Bottled Life'' indaga sulla situazione in tre Paesi dove Nestle' sfrutta le fonti idriche: gli Stati Uniti, ed in particolare nel Maine, in Pakistan e in Nigeria, nelle misera periferia di Lagos.
La multinazionale non nega che l'acqua in bottiglia sia un affare in piena crescita (pari a circa il 10 % delle vendite per circa 110 miliardi di dollari registrate da Nestle' del 2010), ma insiste sul fatto che la divisione Nestle' Waters utilizza solo una percentuale irrisoria dei prelievi d'acqua dolce mondiali. Il gigante vanta inoltre attivita' per ''diminuire l'utilizzo di acqua, energia e di altre risorse naturali'''.
Per il presidente della Nestle' Peter Brabeck Letmathe, la multinazionale offre un prodotto di qualita' ed i veri pericoli per l'accesso all'acqua potabile sono l'impiego che ne e' fatto nell'agricoltura, lo spreco e la cattiva gestione. Secondo l'Unicef circa 900 milioni di abitanti del pianeta attingono acqua da fonti insalubri.