Bud Spencer, costumista Walter Patriarca: “La sua mole nascondeva un animo gentile”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Giugno 2016 - 12:29 OLTRE 6 MESI FA
Bud Spencer, costumista Walter Patriarca: "La sua mole nascondeva un animo gentile"

Bud Spencer, costumista Walter Patriarca: “La sua mole nascondeva un animo gentile”

ROMA – Una grande mole che nascondeva un’anima gentile. Walter Patriarca, il costumista di Bud Spencer, ricorda così l’attore che ha vestito nei tanti film che lo hanno fatto conoscere e amare dal grande pubblico del cinema italiano e non. Un uomo generoso, alla mano e dotato di grande humor, così lo ricorda Patriarca, sottolineando che dietro a quel metro e 95 per 130 chili si celava un uomo davvero speciale.

Carlo Perdersoli si è spento così a 86 anni il 27 giugno e sono molte le persone che lo ricordano con affetto, dalla famiglia al compagno di schermo e amico Mario Girotti, nome d’arte Terence Hill. A parlare ai cronisti dell’Adnkronos è ora Patriarca, scenografo, costumista e pittore con al suo attivo circa 70 pellicole in cui ha disegnato i costumi per l’attore e le scenografie in cui si muoveva:

“Era un uomo speciale: era alto circa un metro e 95, pesava fra i 125 ed i 130 chili ma in quella mole immensa nascondeva un’anima gentile. Ho conosciuto Carlo (Pedersdoli, ndr) sul set: era una persona, generosa, alla mano, simpatica e dotata di grande humor. Ho lavorato con tanti attori, tutti brave persone ma lui era diverso, in qualche modo più umano”. Normalmente, soprattutto come scenografo, io mi confrontavo solamente con il regista, ma lui voleva partecipare, mi però poneva delle soluzioni, mi chiedeva degli accorgimenti per realizzare al meglio le sue epiche scazzottate con conseguente distruzione del set”.

Bud Spencer “non era imbarazzato dalle sue dimensioni, non mi ha mai chiesto di realizzare per lui costumi che lo smagrissero, gli piaceva il suo aspetto -ricorda Patriarca- che era una cosa unica con il suo personaggio e poi gli piaceva mangiare: quando si lavorava all’esterno degli studi lui era seguito ovunque da un maxi camper che ospitava anche la sua sarta e cuoca. Tutta la troupe mangiava il cestino, lui mangiava cucinato”.

Tra i suoi ricordi fuori dal set di Bud Spencer, Patriarca racconta con un misto di tenerezza e ammirazione di quando, qualche anno fa, invitò “Carlo a una mia personale, lui amava gli artisti e mi riteneva tale, una mostra allestita nella Torretta Valadier a Ponte Milvio. Il tempo passava e lui non arrivava, io era sul terrazzo con altri ospiti e all’improvviso arrivò il figlio, mi disse che il padre era arrivato ma non era riuscito a salire la stretta scala che portava alla mostra e mi mandava i suoi saluti. Non bisogna però pensare che fosse solo un grosso uomo, era un grand’uomo”.