Capitan America, quando il cinefumetto mette tutti d’accordo

Sicuramente il miglior blockbuster dell’estate 2011 nonché uno dei cinecomic Marvel più riusciti di sempre, per molti versi paragonabile all’ormai celebre Iron Man interpretato da Robert Downey Jr. L’atteso Capitan America, diretto dal premio Oscar per gli effetti visivi dei Predatori dell’Arca Perduta Joe Johnston, si rivela fin dai primi minuti di proiezione un kolossal d’azione di assoluto valore. Merito di uno script brillante, dialoghi fluidi ed un cast di tutto rispetto.

Ambientato nel 1941, esattamente come il Capitan America creato dai fumetti Marvel otto mesi prima dell’entrata degli Usa nella Seconda Guerra Mondiale, la pellicola racconta la storia del gracile Steve Rogers (Chris Evans) che non ritenuto idoneo per il servizio militare viene scelto come volontario per testare un siero segreto capace di dar vita a dei super-soldati. Così il timido ragazzo di Brooklyn si trasforma nell’ipertrofico Capitan America, l’unico uomo in grado di opporsi all’associazione Hydra, un reparto speciale al servizio del Fuhrer, capeggiata dal malvagio Teschio Rosso (Hugo Weaving)…

Difficile a credersi ma il pezzo forte del film di Johnston è proprio la solidità dell’impianto narrativo. La storia per quanto lineare funziona eccome merito anche di un ottima scenografia – veramente apprezzabile la ricostruzione della New York anni ’40 – e di una fotografia dalla tonalità seppia molto suggestiva. Lo stesso protagonista Chris Evans, pur non essendo dotato lontanamente del talento dell’Iron Man Robert Downey Jr., riesce a non sfigurare forte dell’aiuto di una serie di personaggi di contorno perfettamente riusciti: dal burbero colonnello Philips (Tommy Lee Jones) all’istrionico Dr. Eskine (uno Stanley Tucci in forma smagliante), dalla sexy Peggy Carter (Hayley Atwell) allo stralunato Howard Stark (Dominic Cooper). Meno convincente il villain di turno interpretato da Hugo Weaving – l’indimenticabile Smith di Matrix-, relegato al ruolo di macchietta ed eliminato dal supereroe in uno scontro finale alquanto frettoloso.

Per il resto Capitan America convince sia per il ritmo incalzante dell’azione sia per l’alternanza di situazione comiche ben orchestrate dalla regia di Johnston (già autore del flop Wolfman e del blockbuster Jumanji), sempre pronta ad omaggiare l’Indiana Jones di Spielberg tra nazisti ed inseguimenti al cardiopalma. La buona colonna sonora di Alan Silvestri ed alcune trovate geniali fanno il resto. Scazzottate, esplosioni, armi ipertecnologiche e nazionalismo a go-go. Che dire, due ore di divertimento assicurato non solo per gli amanti del cinefumetto ma per tutti i fan dell’action movie. Da non sottovalutare.

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