“Come un tuono”, le colpe dei padri secondo Cianfrance

Luke Glanton (Ryan Gosling) è un talentuoso motociclista che si esibisce come stuntman in uno spettacolo itinerante chiamato “globo della morte”. Un giorno, il giovane scopre di avere un figlio di appena un anno, Jason, nato dalla fugace relazione con Romina (Eva Mendez). L’inquieto Luke decide allora di rimanere nella cittadina di Schenectady per non lasciar crescere il bimbo senza un padre – così come era accaduto a lui – ed occuparsi della sua ex fiamma. La donna però convive ormai con un altro uomo e le possibilità per Luke di guadagnare qualche soldo sono davvero poche. Il centauro, su consiglio dall’amico/meccanico Robin (l’ottimo Ben Mendelsohn), finisce così per rapinare banche sfruttando le sue doti di motociclista. Ma la sua corsa è destinata ad esser fermata tragicamente dall’integerrimo agente di polizia Avery (Bradley Cooper), anch’egli da poco diventato padre. Quindici anni più tardi, Jason (Dane DeHaan) e AJ (Emory Cohen), il figlio di Avery, stringono amicizia al liceo ma il passato delle loro famiglie tornerà a galla stravolgendo le vite di tutti e due…

Come un tuono (titolo originale A Place Beyond the Pines, derivato da una frase in lingua mohawk da cui prende nome la cittadina dove è ambientato il film) oltre a risultare un mix calibratissimo di azione, melò e noir, rappresenta una lucida istantanea sul dramma familiare contemporaneo e l’ambiguità della paternità.

Alla sua terza fatica Derek Cianfrance, ex bimbo prodigio del cinema indie statunitense – ahinoi passato quasi inosservato in Italia con l’ottimo Blue Valentine -, si conferma regista d’assoluto spessore. Il cineasta di Denver – di origini italiane, per la precisione pugliesi – sembra aver metabolizzato a pieno la lezione dei movie brats , su tutti Martin Scorsese, tenendo in grande conto l’ultima produzione cinematografica di Clint Eastwood.

In come un tuono, complice l’ottima sceneggiatura (scritta dal regista assieme al duo Ben Coccio e Draius Marder) ed un cast di primo ordine, ci si rende subito conto di aver a che fare con una pellicola ambiziosa (oltre 140 minuti di proiezione), originale e finemente strutturata. Tutta la trama è pervasa da elementi narrativi che riflettono senza mezzi termini i topoi classici della tragedia greca: l’ineluttabilià del destino, l’idea della successione, le colpe dei padri che ricadono sui figli, la vendetta. Una scelta questa che conferisce un respiro epico all’intera vicenda, senza però intaccarne il ritmo inciampando in prevedibili soluzioni narrative.

Sul piano dell’ambientazione, lo squallore della provincia americana dipinto in Come un tuono così come le difficoltà di una famiglia multietnica richiamano a più riprese la trama di Drive, pellicola di Nicolas Winding Refn che nel 2011 consacrò  Ryan Gosling rendendolo a tutti gli effetti un divo. Ma il film di Cianfrance conserva una coerenza narrativa davvero sorprendente, preferendo all’azione pura una vena fortemente intimista. Il dramma familiare – suddiviso al livello diegetico in un trittico ben preciso – è dipinto con estremo realismo senza lasciar spazio ad inutili colpi di scena. Non a caso la regia di Cianfrance preferisce adottare lunghi piani sequenza, enfatizzare i dettagli, in particolare il ruolo della natura, regalando insistenti soggettive per delineare con maggiore efficacia i caratteri dei protagonisti. Ogni movimento di macchina è subordinato ad esigenze prettamente narrative, tanto da regalare allo spettatore una storia assolutamente credibile e per questo coinvolgente.

Il cast in particolare modo nella prima ora di proiezione risulta impeccabile (superlativo Ray Liotta nei panni del poliziotto corrotto), con un ispiratissimo Bradley Cooper distante anni luce dalle scialbe interpretazione della saga Una notte da leoni. Lo stesso dicasi per Ryan Gosling, alla sua interpretazione più convincente, e destinato ormai ad affermasi come uno dei migliori attori in circolazione. Splendida infine la fotografia di Sean Bobbitt così come la colonna sonora interamente composta dal leader dei Faith No More Mike Patton.

Un film romantico, disperato, commovente, magnificamente raccontato. Da applausi la scena finale che chiude alla perfezione l’intero racconto. Con Cianfrance si torna finalmente a respirare il grande cinema americano. Un film difficile da dimenticare.

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