Dogman. La madre della vittima: "Il Canaro è un pupazzo". Chiede nuove indagini e un milione a Matteo Garrone Dogman. La madre della vittima: "Il Canaro è un pupazzo". Chiede nuove indagini e un milione a Matteo Garrone

Dogman. La madre della vittima: “Il Canaro è un pupazzo”. Chiede nuove indagini e un milione a Matteo Garrone

Dogman. La madre della vittima: "Il Canaro è un pupazzo". Chiede nuove indagini e un milione a Matteo Garrone
Dogman. La madre della vittima: “Il Canaro è un pupazzo”. Chiede nuove indagini e un milione a Matteo Garrone (in foto una scena del film)

ROMA – Non bastano le giustificazioni estetiche del regista Matteo Garrone alla madre della vittima del “Canaro” della Magliana. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] E’ arrabbiata e non crede al regista quando afferma che il film Dogman, appena presentato a Cannes, dalla tragica vicenda del massacro di suo figlio Giancarlo Ricci da parte del tolettatore di cani Pietro De Giorgi, trae solo un’ispirazione narrativa ma senza riferimenti puntuali.

Vincenzina Carnicella, 77 anni, madre di Ricci, gli ha fatto causa (persa) e ha fatto richiesta di un milione di euro di danni morali. Soprattutto, non crede alla versione del piccolo e mite protagonista (De Giorgi) che medita vendetta contro il vessatore grande e grosso per attuarla nel modo più crudele ed efferato che sappiamo. E chiede nuove indagini e la riabilitazione della figura del figlio ammazzato: “Una vittima finita in un brutto giro, non un violento criminale che se l’è cercata”, le parole del suo avvocato.

“Il canaro è un pupazzo. Non è stato lui a uccidere mio figlio” dice Vincenzina Carnicella. “La facessero finita. Er Canaro non gli ha fatto niente. Gli piacerebbe! Non l’ha sfiorato neanche con un dito, perché per lui basto anche solo io”. Ne ha parlato anche nella puntata di “Chi l’ha visto?” su Rai3. “Si è addossato la colpa perché qualcuno lo ha spaventato e gli ha detto che avrebbe fatto la stessa fine. Dentro il negozio c’erano quattro impronte di scarpe. Di chi sono?” Poi la donna si rivolge a lui, Pietro De Negri: “Se sei onesto vienimi a trovare e dimmi la verità”.

De Negri, ribattezzato “er canaro” per via del suo negozio di tolettatura per cani al quartiere della Magliana, dove il 18 febbraio 1988 si consumò il feroce omicidio dell’ex pugile dilettante Ricci, fu condannato a 24 anni ed è tornato in libertà nell’ottobre del 2005. E’ di questi giorni la richiesta alla Procura di Roma di nuove indagini da parte del legale della signora Carnicella, per la ricostruzione della dinamica e del movente dell’omicidio.

Gestione cookie