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Festival del Cinema: Roma non fa “sconti” a Torino, date ravvicinate

di Alberto Francavilla |10 Maggio 2012 12:32

Marco Muller (foto Lapresse)

ROMA – Roma e Torino continuano a litigare per il Festival del Cinema: la rassegna romana si terrà tra il 9 e il 17 novembre, disattendendo la richiesta del Comune piemontese. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, aveva infatti chiesto a Gianni Alemanno di spostare le date, ritenute troppo vicine a quelle dell’Iff di Torino. La città piemontese aveva chiesto un gesto di buonsenso, ma da Roma niente è cambiato. Ma il dubbio è lecito: l’ex “compagno” Fassino si sarebbe così tanto lamentato se al posto di Alemanno sedesse ancora Walter Veltroni (che è stato peraltro il più grande fautore del Festival del Cinema di Roma)?

Non è servito dunque l’estremo tentativo di mediazione da parte del Ministero dei Beni Culturali. Subito è arrivata la protesta del Comune di Torino: ”E’ una mancanza di rispetto per il sistema cinema italiano”. Il presidente e il direttore artistico di Roma Paolo Ferrari e Marco Muller hanno spiegato però che nulla era possibile per distanziare le due rassegne (quella piemontese parte a una settimana dalla chiusura di quella laziale): ”Abbiamo tentato in tutti i modi di accontentare Torino – ha detto Ferrari – ma non possiamo anticipare perché abbiamo il problema dell’American Market, e le strutture che usiamo sono occupate e ci sono dei contratti. Per l’anno prossimo avremo molto più tempo per discutere”.

Del resto, ha proseguito Muller, ”ci sono tante situazioni in cui festival contigui convivono, come Montreal che finisce il 3 settembre e Toronto che comincia il 6. Già dai primi di febbraio ho cercato sia Martini che Amelio. Ci sono degli imperativi: ho segnalato subito che bisognava armonizzare le date ma non ho fatto una sola dichiarazione contro Torino”.

“Mmi spiace – ha commentato l’assessore regionale alla Cultura di Torino, Michele Coppola, – che le istituzioni romane abbiamo dovuto accettare il ricatto di Muller”.

Il Cda del 10 maggio ha comunque fissato alcuni punti di quella che sarà la rassegna romana: il bilancio, che è attorno agli 11 milioni; la sede che resta esclusivamente l’Auditorium; ma soprattutto sono stati approvati i contratti sia del direttore generale Lamberto Mancini che dello stesso Muller, che firmerà un accordo per tre anni da 120 mila euro l’anno. Tutte decisioni che però non sono state prese all’unanimità: contro hanno votato la Camera di Commercio con Andrea Mondello e la Provincia di Roma con Massimo Ghini: ”c’erano alcuni punti che potevano essere approfonditi e invece sembravano tutti indiscutibili. I contratti prima erano rinnovabili di anno in anno, e la maggioranza del Cda non ha mai voluto prendere in considerazione altre date. Di questa posizione Muller si deve prendere la responsabilità”

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