Festival di Roma, Rampling: "Io un re lear al femminile"

ROMA – ''Si potrebbe dire che Elizabeth Hunter sia un po' come un re Lear, una donna che ha osato molto durante la sua vita e ha lasciato dietro di se' molte vittime, in particolare i figli che devono pagare i suoi errori'': cosi' Charlotte Rampling ha parlato del suo personaggio, una ricca ereditiera sul letto di morte, interpretato nel film The eye of the storm di Fred Schepisi in concorso al Festival internazionale del Film di Roma.

L'attrice (65 anni) ha mostrato di avere grande coraggio nel dare il volto a questa ricca australiana che ha due figli interpretati da due attori poco piu' giovani di lei, Geoffrey Rush (60 anni) e Judy Davis (56 anni).

''E' interessante – ha detto – fare una protagonista che sta morendo e non ha alcun fascino immediato, una matriarca che e' un personaggio difficile e buffo. Ci vuole coraggio per fare un ruolo simile, ma non bisogna pensare all'eta', al tempo che passa, certo vorremmo essere giovani sempre e non invecchiare mai, ma la natura va assecondata. Insomma a nessuno piace interpretare una persona di 15 anni piu' vecchia, ma poi scopri che in fondo tutto questo e' umano''.

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