Film prima al cinema, poi su Netflix. Il ministro Bonisoli firma il decreto

Film prima al Cinema, poi su Netflix. Il ministro Bonisoli firma il decreto
Film prima al Cinema, poi su Netflix. Il ministro Bonisoli firma il decreto

ROMA – Prima al cinema, poi in streaming. Il ministro dei Beni e le attività Culturali, Alberto Bonisoli firma oggi il decreto attuativo della legge varata dallo scorso governo che definisce le regole per l’uscita dei film in contemporanea tra sale e piattaforme come Netflix. Secondo Bonisoli, il decreto consentirà così “ai gestori dei cinema di sfruttare appieno l’investimento per migliorare le sale e offrire un’esperienza di visione sempre più emozionante”.

“Stiamo lavorando con produttori e distributori affinché la prossima sia la vera prima estate del cinema italiano con grandi blockbuster che escono già da agosto. È la prima volta che accade, consentirà di avere una programmazione distribuita in più mesi, e di superare il buco gestionale che c’è ora in estate per la presenza di pochi titoli nelle sale”, ha aggiunto.

Con il decreto firmato da Bonisoli, spiega il sottosegretario Lucia Borgonzoni “stiamo intervenendo per allungare la vita dei film facilitandone l’uscita dalle sale”. Si tratta, premette, di uno dei decreti attuativi della legge Cinema del 2016, il cosiddetto “decreto finestre”, ovvero quello che ridefinisce le regole e i tempi per la permanenza dei film nelle sale cinematografiche e il loro passaggio sulle tv e sulle piattaforme online.

“Fino ad oggi la norma stabiliva che un film dopo la sua uscita in sala doveva attendere almeno 105 giorni prima di approdare in tv o su una piattaforma. Una regola che non andava bene, perché molti film, tanti anche realizzati con il contributo del ministero, dopo venti giorni non rendevano più e venivano tolti dalle sale senza poter andare altrove”. In questo modo invece, aggiunge, “sarà possibile far uscire in sala un docu e dopo pochi giorni lasciarlo andare in tv o su un’altra piattaforma”. Nello stesso tempo, chiarisce, “stiamo intervenendo con altri strumenti in aiuto delle sale”.

Le regole proposte, precisa il sottosegretario, “mirano a venire incontro alle esigenze dei film italiani che non riescono a rimanere in sala per un tempo sufficiente o che non incontrano un riscontro di pubblico soddisfacente”. Con le attuali prassi di mercato, ripete, “anche questi film devono sottostare alla finestra di 105 giorni e quindi sono penalizzati per non poter essere sfruttati e visti su altre piattaforme, se non dopo i fatidici 105 giorni e rispettando una rigida sequenza (dal 106° giorno pay-per view – dal 181° giorno pay-tv e così via)”.

Con le nuove regole, sottolinea, “applicate al periodo che va dal 1° gennaio 2013 al 30 settembre 2018, oltre 750 film italiani su 1000 avrebbero avuto la possibilità di essere visti su altre piattaforme molto prima dei 105 giorni previsti nelle prassi di mercato, con evidenti benefici sui ricavi complessivi. Si tratta, quindi, non di regole che vanno a restringere le possibilità di sfruttamento e visione dei film italiani, ma di regole che facilitano la vita dei film e le possibilità, per gli spettatori, di fruirne legalmente, senza snaturarne e anzi esaltandone la vocazione alla sala cinematografica”.

Per quanto riguarda invece le sale, “gli aiuti, oltre che economici, passano dagli accordi che presto saranno presentati, per la programmazione multipla nelle monosale e non solo, e dalla stagione estiva che stiamo organizzando per fermare il fenomeno tutto italiano della stagionalità, che impatta sulle sale, ma anche sui film, che in una stagione più corta trovano maggiori difficoltà ad uscire o rischiamo di essere smontati, quando ancora rendono”.

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