Francesco Rosi è morto: addio al regista di Mani sulla città

Francesco Rosi è morto: addio al regista di Mani sulla città
Francesco Rosi

ROMA – Francesco Rosi è morto: dopo Pino Daniele, la città di Napoli perde un altro pezzo di cuore e di storia. Il regista di pellicole indimenticabili come Mani sulla città, Cadaveri Eccellenti, Lucky Luciano e Diario Napoletano, si è spento a Roma, dove si era trasferito anni fa, all’età di 92 anni.

Fu nominato Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nell’87 e Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. A Napoli frequentò lo stesso liceo di Giorgio Napolitano, Raffaele La Capria, Antonio Ghirelli.

Il Corriere della Sera lo ricorda così:

Rosi inaugura il florido filone dei film-inchiesta, ripercorrendo la vita di un malavitoso siciliano attraverso una serie di lunghi flashback in Salvatore Giuliano (1962), e l’anno successivo dirige Rod Steiger nel suo capolavoro “Le mani sulla città” (1963), nel quale denuncia con coraggio le collusioni esistenti tra i diversi organi dello Stato e lo sfruttamento edilizio a Napoli. La pellicola viene premiata con il Leone d’Oro al Festival di Venezia. Questi due film sono generalmente considerati i capostipiti del cinema ad argomento politico, che vedrà in futuro spesso la recitazione duttile e spontanea di Gian Maria Volontè. Salvatore Giuliano (1962), il capolavoro di Francesco Rosi. Dopo «Il momento della verità» (1965), Rosi si concede una migrazione in un film favolistico «C’era una volta…» (1967), con Sophia Loren e Omar Sharif, fresco del successo ottenuto dal film «Il dottor Zivago» (1966), anche se Rosi aveva inizialmente richiesto per la parte Marcello Mastroianni. Negli anni Settanta torna ai temi di sempre rappresentando l’assurdità della guerra con Uomini contro (1970), parla della scottante morte di Enrico Mattei in Il caso Mattei (1972) e «Lucky Luciano» (1973), tutti con grandi prove di Gian Maria Volontè. Riscuote un notevole successo il capolavoro Cadaveri eccellenti (1976, tratto dal romanzo Il contesto di Sciascia), con Lino Ventura, e realizza la versione cinematografica di Cristo si è fermato a Eboli (1979), tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Levi e sempre con Volonté protagonista.

La scena memorabile del suo capolavoro Le mani sulla città

 

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