Franco Zeffirelli, l’attore americano Schaech: “Ha abusato di me”

franco-zeffirelli
Franco Zeffirelli (foto Ansa)

ROMA –  Johnathon Schaech, attore americano oggi 48enne protagonista nel 1993 di “Storia di una capinera” di Franco Zeffirelli, ha accusato il regista di averlo molestato.

“Era il 1992 – racconta l’attore al sito americano People (traduzione del sito tabloit.it) – Dopo più di sei audizioni mi portarono a Cinecittà e mi dissero che il ruolo era mio. Franco mi ripeteva che ero bello e meraviglioso, mi raccontava storie incredibili e quello che dovevo fare per essere un vero artista. All’epoca lui aveva settant’anni, io ne avevo 22 anni e pensavo di sapere esattamente chi fossi. Ma in realtà non sapevo nulla”.

“Quando Franco portò me e gli altri attori a Roma, ci condusse in posti in cui nessuno poteva andare. Siamo stati nei luoghi più incredibili d’Italia e io mi sono sentito davvero fortunato, in quel momento. Però quando Franco beveva diventava molto aggressivo e violento. Non solo con me, ma anche con alcune attrici”.

“Quasi ogni giorno – racconta l’attore – Franco mi diceva: Ho bisogno di stare con te. Spesso a tarda notte veniva a bussare alla porta della mia camera, ma io non aprivo mai. Lui però insisteva. Io non avevo un agente, nessuno con cui parlare o che potesse proteggermi. Franco stava diventando sempre più aggressivo, era arrivato al punto di criticarmi per qualsiasi cosa facessi. Non gli andava bene nulla”.

Poi le accuse pesanti:

“Poi una notte ci trovavamo in un hotel in Sicilia e Franco mi disse che sarebbe venuto nella mia stanza. Questa volta era riuscito ad avere una chiave. Io stavo dormendo, lui è entrato e si è sdraiato accanto a me. Mi ha preso il viso tra le mani, io ho detto ‘no’ ma lui mi ha risposto ‘dobbiamo’. Sai, quando diventi preda di qualcuno ti assale il panico. È quello che mi è successo con Franco. Ha oltrepassato il confine e io mi sono sentito come se avessi abbandonato il mio corpo. Mi ha molestato nel mio letto. Ha messo le mani in posti in cui non potevo immaginare avrebbe mai messo le mani e ha fatto cose di cui non sono orgoglioso. Ma non è colpa mia. Ha tentato di farmi sesso orale. Io non ho fatto niente. Sono rimasto disteso sul letto. Non ho pensato di doverlo fare per la mia carriera, ma credevo invece che fosse una sorta di rito di passaggio, come se fossi obbligato. Ero vulnerabile. Non ho urlato. Non l’ho fermato e mi ci sono voluti 25 anni per capire come mai non ci sono riuscito. È come se io mi trovassi altrove in quel momento, come se avessi abbandonato il mio corpo. Quando Franco capì che non avrebbe ottenuto da me ciò che desiderava, se ne andò. Non ha mai più provato a toccarmi”.

“Quell’esperienza – racconta ancora l’attore – mi ha distrutto. Non sapevo perché fosse successo. Ho seppellito questa storia per oltre 20 anni. Mi ha causato problemi di alcol e droghe, dipendenze sessuali. Quell’esperienza mi ha lasciato confuso per molto tempo. Mi vergognavo e la mia autostima si è completamente azzerata. Che ne parli o no, resterà ancora dentro di me. Ma seppellire dentro noi stessi gli abusi causa malattie. Sono stato molestato, toccato, maltrattato verbalmente”.

People ha naturalmente contattato il figlio adottivo di Zeffirelli, Pippo, che ha commentato: “È stato affermato che 25 anni fa un attore, che era poco più che ventenne, è stato vittima di presunti abusi verbali e presunti tentativi di abusi sessuali da parte di mio padre. Ha dichiarato inoltre che mio padre era spesso ubriaco sul set. Il signor Zeffirelli e tutta la nostra famiglia vivevano in una villa all’epoca, mentre attori, produzione e personale stavano in un albergo a Catania; tutte queste accuse quindi non sono credibili. All’epoca Johnathon soffriva di un tipo di ostruzione alla gola che gli rendeva difficile parlare”.

“I registi – spiega il figlio adottivo – hanno stili diversi e qualche volta potrebbero essere molto più esigenti con attori inesperti. Mio padre è in cattive condizioni di salute e non è in grado di comprendere questo attacco e di rispondere alle accuse formulate da Schaech. Questo è un attacco a un grande regista, un artista e un uomo alla fine della sua vita che non è in grado, né sarà in futuro, di rispondere. Questo sarà un incredibile danno alla sua immagine e alla sua reputazione sulla base di accuse che non sono credibili e che non possono essere dimostrate”.

Gestione cookie