Gb, l’Mi5 contro l’Fbi: “Charlie Chaplin non era comunista”

Pubblicato il 17 Febbraio 2012 - 19:11 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – Charlie Chaplin era un comunista? Per l'FBI di J. Edgar Hoover certamente sì. Tanto che il file dedicato al creatore de 'Il Grande Dittatore' contava oltre 2000 pagine. Il britannico MI5, i servizi segreti interni di Sua Maestà, la pensava invece diversamente. E non ne fece mistero con i 'cugini' americani quando da oltre oceano chiesero una mano per seguire i movimenti del celebre artista inglese durante la sua visita a Londra del 1952.

La vicenda è ricostruita con dovizia di particolari in un dossier desecretato e reso disponibile al pubblico presso gli archivi di Stato di Kew Gardens. E non mancavano indizi sufficienti.

Un agente dell'MI5 distaccato a Washington notò infatti che Chaplin "ha donato dei fondi a organizzazioni comuniste ed è stato coinvolto in dispute su aborto e paternità". Il faldone contiene poi molti ritagli di giornali e imbeccate fornite da informatori dei servizi – i cui nomi sono tuttora top-secret.

Al di là della 'cornice', l'FBI aveva però anche delle domande ben precise. Una su tutte se il vero nome di Charlie Chaplin fosse Israel Thornstein. L'MI5 condusse i controlli richiesti concludendo che Chaplin "non usava e non aveva mai usato" quel nome. Non solo. All'anagrafe non risultava nessuna traccia di Chaplin. La circostanza suscitò l'ipotesi che il regista britannico fosse in realtà "nato in Francia".

Idea che, però, non trovò nessun riscontro. Il mistero è stato – pare – risolto solo recentemente. Alcune lettere suggeriscono infatti l'ipotesi che Chaplin sia nato nella roulotte di una regina zingara nei pressi di Birmingham e non a Walworth, Londra meridionale, come sempre creduto.

L'origine clandestina dell'artista spiegherebbe insomma la mancanza dell'atto di nascita ufficiale di Charlie Chaplin. Che comunque aveva la cittadinanza britannica (e, come notò un ufficiale dell'MI5, "non chiese mai quella statunitense nonostante abbia vissuto negli USA per 30 anni"). Tutto considerato, i servizi segreti inglesi non ritennero il regista "un rischio per la sicurezza" e anzi lo considerarono "una vittima del Maccartismo".

Il suo file, targato PF710549, si conclude quindi così: "può anche darsi che Chaplin sia un simpatizzante del comunismo ma, stando alle informazioni in nostro possesso, pare al massimo un progressista o un radicale".

Gli Stati Uniti, dal canto loro, furono invece più severi e a partire dal 1953 gli impedirono di tornare in America. Chaplin riparò in Svizzera dove morì il giorno di Natale del 1977.