I fratelli Coen tornano con un dramma comico ambientato nel Midwest: “A serious man”

Dopo i successi ottenuti con “Non è un paese per vecchi” e “Burning After Reading”, i fratelli Coen tornano sul grande schermo con “A serious man”, un dramma comico ispirato ai racconti yiddish di I. B. Singer. Il film si apre con un insolito prologo ambientato nell’Europa centrale del diciannovesimo secolo per poi raccontare le tristi vicende di Larry Gopnik (il candidato al premio Tony Michael Stuhlbarg), professore di fisica di una tranquilla università del Midwest.

Il tutto accompagnato dalla splendida musica dei Jefferson Airplane e dalle ricorrenti immagini televisive di F-Troop. Il protagonista, Larry, vede di colpo cambiare la sua vita: sua moglie Judith (Sari Lennick) ha deciso di lasciarlo dopo aver perso la testa per un altro uomo (Fred Melamed), suo figlio Danny (Aaron Wolff) è nullafacente col vizio della marijuana e la figlia Sarah (Jessica McManus) gli ruba costantemente i soldi per sottoporsi ad una rinoplastica.

Ma i guai del povero Larry non sono finiti. Un anonimo gli scrive infatti lettere minacciose che mettono a repentaglio la sua cattedra e uno studente coreano tenta di corromperlo per passare un esame. L’uomo decide allora di rivolgersi agli stravaganti rabbini della sua comunità che gli forniscono soltanto un consiglio: “Comportati bene e vai avanti per la tua strada”. Ma basterà questa semplice lezione di vita a Mr. Gopnik per diventare un uomo devoto – un mensch – e austero? La tragedia è sempre dietro l’angolo ma il surrealismo della premiata ditta Coen riesce a divertire rimanendo in equilibrio tra satira antireligiosa e riflessioni esistenzialiste. Assolutamente da non perdere.

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