“Jimi: All Is By My Side”, alla scoperta del giovane Hendrix

Musica, vita e amori del più grande genio chitarristico della storia del rock, James Marshall “Jimi” Hendrix . L’artista che più di ogni altro ridefinì radicalmente l’uso e la concezione della chitarra elettrica nella musica moderna. Il tutto cercando di raccontare soltanto un anno – dalla primavera del’ 66 all’esibizione al Saville Theatre di Londra del giugno ’67 – della straordinaria carriera del guitar hero di Seattle. Del resto, non potendo contare sull’utilizzo dei brani più famosi di Jimi per esplicito volere degli eredi, il regista John Ridley ha preferito evidenziare il carattere fragile e problematico dell’icona rock, sottolinenado l’importanza delle tre donne – in particolare la sua mentore Linda Keith – che gli furono vicine in quel periodo.

Il biopic di Ridley si concentra così sul racconto degli esordi di Hendrix come session man nei locali di New York al fianco di Curtis Knight e altri artisti soul, fino all’arrivo a Londra sotto la guida del suo produttore Chas Chandler (bassista degli Animals). L’infatuazione per il blues di Muddy Waters e Howlin’ Wolf, la stima incondizionata per Bob Dylan, la fondamentale amicizia con Linda Keith (all’epoca fidanzata del chitarrista degli Stones Keith Richards) sono raccontati con estrema lucidità senza scadere in inutili clichè. Anche il tema della droga viene accennato in maniera tutt’altro che morbosa, lasciando ben intendere allo spettatore che l’unica vera passione di Jimi era esclusivamente la sua inseparabile Fender Stratocaster.

Così grazie anche ad un sapiente uso del montaggio e della sorprendente fluidità narrativa, la pellicola di Ridley (già sceneggiatore di 12 Anni Schiavo) risulta senz’altro riuscita nonostante la pochezza di performance live. E gran parte del merito va attribuito all’ottima interpretazione di André Benjamin, rapper degli Outkast, nel ruolo di Jimi e della convincentissima Imogen Poots alias Linda Keith. Brava anche Haley Atwell nei panni della seducente Kathy, la fidanzata inglese che accompagnò un Hendrix appena 23enne alla conquista della Swinging London.

Da applausi le due scene portanti dell’intera pellicola: l’incontro con il giovane e già affermatissimo Eric Clapton – il primo ad accorgersi a sue spese dello sconfinato talento di Jimi – e soprattutto l’esecuzione di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band di fronte ai Fab Four. Perfetta infine la scelta della colonna sonora, vero punto forte – come da previsione – del biopic. Un piccolo gioiellino che lascerà soddisfatti anche i fan più esigenti dell’indiscusso re della sei corde. Da vedere.

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