Marlene Dietrich, la figlia racconta la madre: “Era un mostro”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Agosto 2017 - 07:50 OLTRE 6 MESI FA
Marlene Dietrich, la figlia racconta la madre: "Era un mostro"

Marlene Dietrich, la figlia racconta la madre: “Era un mostro”

ROMA – Mia madre, il mostro: Maria Riva, figlia unica della cantante e attrice Marlene Dietrich, in un libro rivela che dietro la bellezza sofisticata e sensuale dell’Angelo Azzurro, si celava una brutta verità.

A 25 anni dalla scomparsa della madre, sul libro “Marlen Dietrich: the life“, Maria Riva, descrive la spietatezza della star per diventare una grande diva e il Daily Mail ne ha pubblicato uno stralcio.

La Dietrich non era affettuosa, gentile o umana, non rideva mai, gli sguardi gelidi erano la sua specialità. “Era come una regina. Quando parlava tutti l’ascoltavano. Non ha mai fatto una fila in aeroporto, non hanno mai controllato il suo passaporto e rimaneva stupita dalla bruttezza delle persone comuni quando le vedeva in luoghi affollati”.

“Una terribile egoista, che parlava raramente con gli altri poiché ciò avrebbe implicato un certo interesse per le loro opinioni”, scrive la Riva.

La figlia, comunque, apprezza la leggenda di Marlene, la sua arte unica ma non manca di sottolineare che i capelli della Dietrich erano illuminati da dietro, per ottenere l’effetto aureola nonché la voce tedesca “triste e piena di desiderio”.

L’attrice indossava spesso un cilindro, cravatta bianca e frac:”Ha mostrato una sessualità ambigua ben prima che fosse accettata”.

Era nata nel 1901 a Berlino, figlia di un ufficiale prussiano, Louis Erich Otto Dietrich, ucciso sul fronte orientale della prima guerra mondiale e la madre Josephine era, dice la Riva, “una donna fredda, impostata per comandare”.

L’attrice aveva frequentato l’Accademia Max Reinhardt Acting, decisa a diventare “una famosa attrice di teatro. Le sue lunghe gambe, i costumi elaborati mentre recitava nel cabaret, contrastavano con la povertà e l’inflazione della Repubblica di Weimar.

A 22 anni, nel 1923, sposò l’assistente regista Rudolf Sieber. Rudi rimase immediatamente un passo indietro, perdonando le numerose avventure della moglie, raccogliendo le lettere d’amore che riceveva: cornuto e manager nello stesso tempo, scrive la Riva.

Anche se non divorziarono mai, Rudi si ritirò in un ranch a San Fernando Valley. Tamara Matul, la sua compagna segreta, fu costretta ad abortire “così che nessuno scandalo violasse la purezza del matrimonio di madre” e quando Tamara tentò il suicidio, la Dietrich “incolpò la vittima per ciò che lei stessa aveva manipolato”.

Negli studi di Berlino, incontrò Josef von Sternberg, che la diresse in diversi film, a iniziare dall’Angelo Azzurro. Era la donna che stava cercando, dice la Riva, ma frustrava la Dietrich con decine di esercizi estenuanti, al punto da stringere un legame sado-masochista.

Von Sternberg era di casa nella famiglia Sieber. Rudi, ormai, una sorta di maggiordomo.

L’elenco degli amanti di Marlene è lungo: Maurice Chevalier, Frank Sinatra, Michael Wilding, numerosi Kennedy, Yul Brynner e il Principe di Galles. “Posso farlo meglio di Wallis Simpson”, si vantava Marlene. E aveva le sue fobie: era terrorizzata dai germi, ad esempio, passava al setaccio i bagni, si lavava con forti detergenti e antisettici.

Anche se nel 1939 diventò cittadina americana, l’atteggiamento della Dietrich era sempre quello di una nazista; Ernest Hemingway (un altro ammiratore) la chiamò “The Kraut”. Era spaventosamente razzista e “non le piaceva il colore nero, tranne che nei vestiti”.

Come madre, fu un incubo. Marlene non voleva che Maria avesse amici o si avvicinasse a un cane. L’attenzione doveva essere tutta per lei, anche quando Maria, da adulta, attraversava una fase di alcolismo, zero autostima e disperazione.

Nel 1953, Dietrich iniziò a cantare nei locali notturni ma la sua salute era precaria: soffriva di aterosclerosi avanzata, si fratturò in seguito a una serie di cadute, il tutto aggravato dall’alcolismo galoppante e la dipendenza dagli antidolorifici.

E attraverso il suo libro, Maria esegue la vendetta, solleva il velo sugli ultimi vent’anni di vita della madre che viveva come una reclusa, a letto, a Parigi “con le gambe rinsecchite, i capelli corti tagliati a caso, i denti anneriti e cariati”.

La star, morta nel 1992, a 90 anni, era diventata un essere squallido, “emanava odore di alcol e decadenza”, il commento impietoso della Riva.