NEW YORK – “Ho buttato un sacco di tempo a fare diete dimagranti. Non ho mai interpretato una strega perché non mi piace l’idea diffusa che le donne quando invecchiano diventano spaventose”: è una Meryl Streep più che mai grintosa quella che presenta il suo ultimo film, “Into the Woods”.
Dopo “Mamma mia!” l’attrice tre volte premio Oscar veste i panni di una strega nel nuovo film di Rob Marshall, regista di “Nine” e “Chicago”. Anche in questo caso si tratta dell’adattamento di un musical, quello omonimo creato nel 1987 da Stephen Sondheim, prodotto dalla Disney.
La storia incrocia quattro fiabe: Cenerentola, Cappuccetto rosso, Jack e il fagiolo magico e Raperonzolo. Streep è la strega cattiva che costringe un giovane panettiere e sua moglie ad addentrarsi nel bosco per cercare gli ingredienti per una pozione che le possa ridare la bellezza perduta. In cambio darà loro un figlio.
Intervistata da Silvia Bizio di Repubblica, Meryl Streep dice:
“Non ho mai voluto interpretare una strega perché non mi piace quell’idea, diffusa dalla letteratura fantasy e dalla mitologia, che le donne quando invecchiano diventano spaventose. Ma quando m’è arrivato questo copione ho cambiato idea, Sondheim (l’autore della versione teatrale, ndr) esprime grande comprensione per le brutture del mondo e per le difficoltà che gli uomini devono affrontare”.
Meryl, se lei fosse davvero una strega, quali magie vorrebbe fare?
“Curerei tutte le persone malate. Vorrei avere un potere taumaturgico, sarebbe bellissimo. Credo che tutti noi abbiamo poteri curativi, possiamo aiutarci reciprocamente. La medicina moderna non dà sufficiente credito al potere del tocco, dell’energia che ognuno di noi ha e può o potrebbe sprigionare e trasmettere”.(…)
Nel film la strega combatte per riconquistare la bellezza perduta. È un problema di molte donne.
“Le donne credono che se sono più belle, sono anche più amate o lo saranno. Ma davvero l’aspetto esteriore attribuisce un significato alla nostra vita? Ne dubito. La strega pensa che se troverà la pozione magica, e tornerà a essere bella, la figlia non si vergognerà più di lei e le resterà accanto. Ma qui non si tratta di essere belli: la figlia la detesta perché è cattiva”.E lei invece che rapporto ha con i suoi figli?
“Terribilmente protettivo. Ricordo che quando mio figlio, l’unico maschio oltre alle tre figlie femmine, aveva due anni, New York fu sconvolta dalla scomparsa di un bambino di sei anni, rapito in strada da uno sconosciuto e mai più ritrovato. Da quel momento ho sempre vissuto nel terrore. È sciocco ma non ci posso fare niente. Il sequestro di un bimbo innocente è la mia fobia. In questo senso mi fa più paura la città, altro che il bosco. È la crudeltà a far paura”.Cos’è per lei l’amore?
“Tutto. Sono sicura che il concetto di amore sia cambiato nel tempo ma per me resta una sensazione profonda e imprescindibile. Oggi non mi sento molto diversa rispetto a quando avevo sette anni e sognavo a occhi aperti. L’amore è auspici, desideri, mi fa vibrare e ho voglia di darne”.Rimpianti?
“Ho buttato un sacco di tempo a fare diete dimagranti. Quel tempo lo rimpiango, avrei potuto impiegarlo meglio…”.