Il Ministero negò i fondi al film di Paola Cortellesi perché “opera di scarso valore artistico”

Bocciata la pellicola diventata il simbolo della lotta delle donne contro la violenza.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Novembre 2023 - 10:48 OLTRE 6 MESI FA
ministero film cortellesi

foto da video

Il film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”, fenomeno al botteghino, era stato escluso dai fondi ministeriali per la realizzazione del progetto. Secondo quanto riportato da Repubblica l’opera risultava di “scarso valore artistico e di qualità non straordinaria”.

Perché il film della Cortellesi non ha ricevuto fondi del Ministero?

A spiegare nel dettaglio i motivi dell’esclusione è Repubblica, a cui Alberto Pasquale, il presidente di Umbria Film Commission spiega, citando quando dichiarato una volta concluso il bando del Ministero: “Il progetto si è classificato al 51mo posto, l’ultimo, in quanto “Progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale”. 

Il bando per ottenere i fondi del Ministero

Sempre sul quotidiano viene spiegato inoltre come il film della Cortellesi fosse stato introdotto in una sottocategoria apposita, dedicata a 51 film in gara, che avrebbero potuto ottenere i soldi del Ministero della Cultura, ovvero quei progetti il cui costo non avrebbe superato i 5 milioni di euro. I fondi potevano essere assegnati a tre film che sono stati: Rapito di Marco Bellocchio, Comandante di Edoardo De Angelis e Confidenza, film che ancora non è arrivato in sala ma che è tratto dal romanzo di Domenico Starnone.

Il film di Paola Cortellesi non solo è stato escluso dai beneficiari dei fondi, ma è anche risultato ultimo in graduatoria, ma secondo il ministero si spiegherebbe con il fatto che sia “C’è ancora domani”, sia “Le assaggiatrici”, film di Silvio Soldini, fossero stati esclusi. Alberto Pasquale commenta infine la questione, dicendo: “Si può imputare al ministero della Cultura quanto meno poca chiarezza nella comunicazione, non c’è nessun distinguo, nessuna postilla da cui la differenza possa essere dedotta”.