ROMA – 25 anni fa, il 15 settembre 1994, si spegneva, misteriosamente, la stella più luminosa del porno in Italia. Moana Pozzi aveva solo 33 anni, con lei estetica e cultura dell’hard divennero mainstream, fuori dalla ridotta del proibito e del non si dice. Resta, più dei suoi film, l’icona, il simbolo di una donna libera, intelligente, colta e disinibita nella sua provocante bellezza. E il mistero di una morte circondata da troppi interrogativi. E pochi punti fermi: un tumore al fegato, il decesso in un letto dell’ospedale di Lione.
Hiv, eutanasia, spia del Kgb…
Era dimagrita di 20 kg. Si diffuse la voce che avesse contratto l’Hiv per un rapporto sessuale non protetto con John Holmes, qualcuno insinuò una cirrosi epatica. Stante la statura iconica del personaggio, non mancano ciclici avvistamenti, un po’ come per Elvis o Jim Morrison. Ipotesi e congetture continuano a circolare, alimentate anche dalle scarse informazioni e dai registri lacunosi dell’ultima fase in Francia (risultato, più plausibilmente, di una ferrea volontà di conservare la privacy).
Per cui Moana ha scelto l’eutanasia, o Moana è stata uccisa a causa dei segreti di cui fu partecipe con le sue frequentazioni, o Moana era un agente del Kgb (da cui l’ipotesi suggestiva ma stravagante che sia stata liquidata da una dose di polonio).
Non solo porno: tv, cinema, libri
Nella carriera della Pozzi, oltre a molti film x-rated, sono presenti venti pellicole tradizionali, sette programmi televisivi (tra cui lo stracult L’araba fenice, di Antonio Ricci, nel quale Moana faceva la critica di costume, nuda o tutt’al più incellophanata), due libri, qualche canzone e molte ospitate.
Una figura diventata mainstream, quella di Moana: intervistata al Maurizio Costanzo Show (seduta di fianco ad un compiaciuto Achille Bonito Oliva), da Giuliano Ferrara (L’istruttoria), da Maurizio Mosca (L’appello del martedì), da un gigioneggiante Raimondo Vianello (Il gioco dei nove), da Silvana Giacobini (Gente comune), da Gerry Scotti (Candid Camera Show) e da Raffaella Carrà (Il Principe azzurro), programma nel quale la Pozzi si esibiva in un (oggi) assai pudico spogliarello. (fonte Ansa)