ANCONA, 27 DIC – Palma d'oro al Festival del cinema
di Cannes, La Stanza del figlio di Nanni Moretti, film girato ad
Ancona fra il 1999 e il 2000, ha avuto una lavorazione
particolarmente tribolata. Undici anni dopo arriva anche la
condanna in appello per la Sacher Film a rifondere con 15 mila
euro i tre commercialisti che avevano acquistato i locali del
palazzo umbertino di via Calatafimi in cui Moretti aveva
allestito il set. La produzione avrebbe dovuto sgomberare gli
appartamenti entro il 30 gennaio 2000 ma lo fece solo il 30
aprile, dopo un'ingiunzione di sfratto e vari contrasti legali.
In primo primo grado – ricorda oggi il 'Messaggero', che
anticipa la notizia della condanna in appello – il giudice aveva
dato ragione alla Sacher di Moretti e dell'allora socio Angelo
Barbagallo: le riprese – spiego' il regista, ascoltato in aula
come testimone il primo luglio 2009 – si erano protratte a causa
di uno sciopero delle maestranze e per esigenze artistiche.
La lavorazione del film, in cui Moretti interpreta uno
psicanalista alle prese con la morte tragica di un figlio, era
cominciata a luglio. A novembre una lunga pausa, attribuita a
malesseri del regista, 'Non so per quanto ancora resteremo'
rispondeva ai cronisti Laura Morante, moglie di Moretti nella
finzione cinematografica, poi il faticato ciak finale.
Difficolta' tecniche e turbamenti creativi entrati in
collisione con le esigenze di tre commercialisti anconetani,
Camillo Catana, Stefano Coppola e Giancarlo Corsi, ansiosi di
prendere possesso del loro nuovo studio in ''mesi cruciali'' per
le attivita' fiscali, e costretti ad affittare un
appartamento-ponte. Il secondo round ha dato ragione ai tre
professionisti, la cui prima richiesta di risarcimento era stata
di 38 mila euro. Nel 2002 il Comune di Ancona conferi' a Moretti
la benemerenza cittadina, il 'Ciriachino d'oro', ma il regista
non si presento' a ritirare il premio. .