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Oppenheimer. Insieme all’ultimo capolavoro di Christopher Nolan, nelle sale “Following”, opera prima del ’98

Una grande e coraggiosa idea che fa bene al cinema quella di Movies Inspired di far uscire in sala il 23 agosto, in contemporanea con l’atteso Oppenheimer, il primo film di Christopher Nolan, Following.

“Following”, opera prima di Christopher Nolan

Ovvero un’opera prima fatta in casa nel 1998, con tanto di madre del regista alle prese con i sandwich da distribuire alla troupe, contro un film costato cento milioni di dollari.

Eppure, e può sembrare strano dirlo, non c’è molta differenza tra queste due opere. Per il semplice motivo che la musica del regista è in fondo la stessa e la scarsità dei mezzi viene annichilita dalla perfetta alchimia della storia.

Di che parla questo thriller esistenziale con protagonisti due giovani che sembrano l’uno il doppio dell’altro? Da una parte c’è Bill (Jeremy Theobald), aspirante scrittore trentenne che ha come abitudine quella di seguire ossessivamente la gente per trovare ispirazione per i personaggi delle sue storie.

Thriller esistenziale in bianco e nero

Dall’altra c’è Cobb (Alex How), un ladro di appartamenti che fa all’incirca la stessa cosa, ma solo per studiare le abitudini delle sue vittime.

Ora è inevitabile che Cobb si accorga quasi subito di essere seguito da Bill. Meno scontato, ma non inverosimile, il fatto che il ladro coinvolga l’aspirante scrittore nei suoi furti. Quello che unisce entrambi è la curiosità verso la gente.

Per Cobb poi, ladro filosofo, rubare racconta molto del derubato, una casa va saputa leggere. “Quando sottrai qualcosa a qualcuno gli mostri per la prima volta davvero quello che aveva”.

Following, girato in bianco e nero nel 1993 con una pellicola di 16 mm, nasce all’indomani della laurea in letteratura inglese del regista. Per Nolan comunque c’erano già stati due cortometraggi.

Larceny, di otto minuti, con protagonista un borseggiatore inseguito nei boschi da persone che aveva cercato di derubare, e poi Doodlebug, sempre con protagonista Jeremy Theobald, una piccola perla surrealista e molto kafkiana su un uomo che insegue con la sua scarpa un insetto per poi scoprire che non è altri che lui in miniatura.

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