ROMA, 26 OTT – Quando la notte, il film di Cristina Comencini con protagonisti Claudia Pandolfi e Filippo Timi, sara' nelle sale da venerdi', distribuito da 01 in circa 160 copie, vietato ai minori di 14 anni. Una censura decisamente inattesa dalla regista e dal produttore Riccardo Tozzi e che arriva dopo la grande amarezza vissuta alla Mostra del cinema di Venezia quando il film, in concorso, venne fischiato rumorosamente alla proiezione per la stampa in sala Darsena (e poi applaudito dal pubblico della sala grande).
E come a settembre al Lido, anche oggi, per il divieto, negli ambienti vicini al film si evoca una sorta di ostruzionismo nei confronti della regista che e' tra le fondatrici del movimento 'Se non ora quando?' per un paese che rispetti le donne che il 13 febbraio ha portato in piazza milioni di persone.
La settima commissione di revisione cinematografica presso il Mibac, presieduta da Maria Grazia Cappugi, a maggioranza ha votato stamattina per il divieto con questa motivazione: ''La violenza della madre sul suo bambino e' inquietante perche' trattasi di una madre normale che, spinta dallo stress, diventa violenta verso il figlio pur non volendolo. Si ritiene che il vuoto della volonta' di una madre normale ingenera inquietudine nei minori di anni 14''.
''E' inaccettabile'', dice la regista, ''questa motivazione che vuole nascondere la realta' dei sentimenti profondi delle madri verso i loro figli. Lo stesso uso dell'aggettivo 'normale' e' un'offesa per tutte le donne. Ogni donna che ama suo figlio conosce e vuole raccontare la realta' di questo sentimento. Rifiutiamo la motivazione per ragioni artistiche, etiche e sociali. Il film e' importante anche e soprattutto per i giovani che un domani saranno genitori''.
Nella storia, una giovane madre (Claudia Pandolfi) e' sola per un mese in montagna nell'ultima isolata casa del paese, con il figlio Marco di due anni che piange in continuazione, che la fa disperare e anche una sera perdere le staffe (il bambino batte la testa e a salvarlo e' il rude montanaro Filippo Timi). ''E' un film sulla maternita', che e' un'esperienza grande, che si impara vivendo e che e' bella ma anche dura, limitante della propria liberta', ti puo' far sentire inadeguata. Ma perche' nessuno mai dice quanto e' dura?'', aveva detto a Venezia la Comencini.
''Quella protagonista e' una donna molto amorevole, ha un'inquietudine interna, ma chiunque sia stata madre puo' testimoniarne la non patologia ma l'assoluta realta', per questo mi sono battuta contro il divieto e sono uscita dall'animata discussione sconfortata'', commenta all'ANSA Gabriella Galluzzi, della Film Commission Lazio e membro della settima commissione.
''Passiamo senza divieto film violenti e mettiamo ai 14 anni il divieto a Quando la notte, lo trovo sconcertante'', ha aggiunto. Preferisce parlare di ''resistenza culturale'' a certi temi il produttore Riccardo Tozzi, marito della Comencini e presidente dell'Anica. ''Non voglio parlare di complotto, non mi piace, ma certo questo divieto e' curioso'', spiega.
Il film, tratto dall'omonimo romanzo della Comencini (edito da Feltrinelli) non e' una pellicola per adolescenti, piuttosto una storia adulta e il divieto, piu' che allontanare i giovani dalla sala, sembra danneggiare l'immagine della regista. ''E' un sistema di censura insensato perche' lascia il campo a discriminazioni inaccettabili'', conclude all'ANSA Tozzi, ''sdegnato ma non sorpreso dalle motivazioni addotte dalla Commissione. Sono marcate da un'evidente insofferenza per la rappresentazione vera chiara e potente del mondo femminile. Non come e' negli stereotipi maschili della 'normalita'' femminile, ma nella sua realta' profonda''.