Renee Zellweger protagonista del biopic su Judy Garland. Liza Minnelli prende le distanze

Renee Zellweger
Renee Zellweger (Foto Ansa)

ROMA – Renee Zellweger è la protagonista di “Judy” il biopic diretto da Rupert Gould, in cui interpreta la leggendaria attrice e cantante Judy Garland, moglie di Vincente Minnelli e madre di Liza Minnelli, negli ultimi mesi della sua breve e caotica vita. 

Nel 1968 la star arrivò a Londra – dove morirà il 22 giugno 1969 – per una serie di concerti sold-out, ma l’accoglienza al night club Talk Of The Town nel West End fu avara d’applausi, e per la Garland deve essere stata un’esperienza estremamente umiliante.

Tom Leonard sul Daily Mail scrive che critici non sapevano se ridere o piangere per le sue performance: una delle dee venerate dello schermo nella storia di Hollywood era appena arrivata al suo quinto matrimonio, era crollata, irrimediabilmente dipendente da psicofarmaci e in un tale stato che quando riusciva a salire sul palco – a volte anche con un’ora di ritardo – era a malapena cosciente. 

Nel cast del film ci sono Rufus Sewell nei panni del presuntuoso e violento terzo marito Sidney Luft, Michael Gambon nel ruolo dell’impresario teatrale Bernard Delfont che scritturò a Londra la Garland,  Bella Ramsey e Finn Wittrock.

Il film si basa sulle memorie di Luft e Liza Minnelli, figlia della Garland, lo ha bocciato. Ha precisato che non era coinvolta nel progetto e non aveva “stretto amicizia” con Zellweger, anzi, la star di Cabaret, ora 73 anni, su Facebook ha scritto acidamente: “Non ho mai incontrato né parlato con Renee Zellweger. Non so come siano iniziate queste chiacchiere, ma non approvo in alcun modo il film in uscita su Judy Garland. Qualsiasi notizia contraria è una finzione al 100%”.

Renee Zellweger, protagonista del Diario di Bridget Jones, per cantare come la Garland si è impegnata duramente, ha trascorso due ore al giorno al trucco per indossare protesi, lenti a contatto e parrucche così da ottenere una somiglianza con la star.  

Secondo quanto riferito, il film mostrerà l’attrice a Londra, ormai sfinita dopo 45 anni passati sul palco, perseguitata dai ricordi di un’infanzia rubata da Hollywood e desiderosa soltanto di tornare a casa dai suoi figli.

Bambina prodigio, fu plasmata dagli studi di Hollywood, che volevano piccole attrici perfette e bellissime – e la Garland, che tendeva un po’ al sovrappeso ed era bassina di statura, si sentì sempre un goffo, brutto anatroccolo –  ben presto cercò negli psicofarmaci un sostegno per reggere alla pressione della fama e degli obiettivi sempre più ambiziosi della sua carriera.

Zellweger ha affermato che in questo film il suo obiettivo è stato quello di “celebrare e adorare  la Garland” e aggiunto: “Ciò che ha dovuto superare in un momento in cui le donne non ritenevano di avere necessariamente potere sulla propria vita è rimasto dentro di me e spero che anche il pubblico si commuova”.

Nonostante le toccanti parole sulla star, nessun familiare della Garland è stato coinvolto nel film, compresa la sorellastra di Liza Minnelli, Lorna Luft, che ha scritto un libro sulla vita della madre, Me And My Shadows, diventato poi una mini-serie tv. (Fonte: Daily Mail)

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